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Per Cassino occorre la fiscalità di vantaggio (tutto il resto sono solo chiacchiere)

Redazione
Non si può reggere la concorrenza di Molise e Campania senza dare gli stessi vantaggi fiscali all’area di riferimento dello stabilimento Stellantis di Cassino. Lo ha detto, senza mezzi termini, il vicepresidente di Confimprese Pasquale Perrone
Marzo 5, 2022
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Pasquale Perrone, vicepresidente di Confimprese

L’occasione è stata la videoconferenza organizzata dal coordinatore della maggioranza in Regione Lazio, Mauro Buschini nella quale erano presenti anche i consiglieri regionali eletti sul territorio e i rappresentanti del settore automotive dell’indotto Stellantis.

Pasquale Perrone, vicepresidente di Confimprese, ha puntato nel suo intervento sull’unico argomento capace di ridare slancio e cambiare davvero le prospettive: quello di dotare il territorio del cassinate, sul quale insistono la gran parte delle industrie fornitrici dello stabilimento automobilistico, di quegli stessi strumenti fiscali che permettono agli imprenditori di Molise e Campania di essere più competitivi e di affrontare la sfida del rinnovamento, dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione. Tradotto in parole povere: si tratta di offrire un credito d’imposta importante (60/70%) sugli investimenti che si andranno a fare nei prossimi anni.

Una proposta apparsa molto più concreta delle chiacchiere sui 144 milioni pronti (dove sono? chi li mette?) per raggruppare in un unico interlocutore tutta la filiera dell’automotive. Una delle tante mirabolanti fantasie che da anni girano dalle parti di Cassino tra promesse di illusorie trasformazioni green, rilanci industriali sul groppone di generosi fondi di investimento e salvataggi occupazionali impossibili a carico delle tasche dei contribuenti.

Perrone, con la franchezza e la concretezza che distingue chi della propria azienda conosce davvero tutto, dalla progettazione alla realizzazione di ogni singolo prodotto, ma anche tutto ciò che possa rappresentare una vera opportunità per migliorare performance e risultati, ha individuato nella “fiscalità di vantaggio” uno strumento concreto, flessibile e soprattutto lontano anni luce dalla complessità dei bandi regionali per dare fiato alle imprese.

E per metterle nelle condizioni di affrontare il futuro sul quale, dopo la pandemia – che ha dissanguato finanziariamente le imprese in ragione di un erosione di mercato pari al 50% – incombono tutta una serie di criticità amplificate in questi giorni dai venti di guerra che potrebbero cambiare ancora una volta le carte (e le condizioni) in tavola.

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