L’ultimo Major della stagione, privato del favorito Djokovic per ragioni burocratiche, ha perso tre autorevoli rappresentanti in modo più… naturale, attraverso una sconfitta al primo turno. Il cemento statunitense ha impattato in modo davvero traumatico su due favoriti del torneo maschile ed una possibile vincitrice del torneo in rosa. Stefanos Tsitsipas, numero 4 del mondo, ha incontrato sulla sua strada il colombiano Galan, che nell’ultimo turno di qualificazione aveva spezzato il sogno americano del nostro Arnaldi. La sconcertante partenza del campione greco, ombra del giocatore ammirato in altre circostanze, ha consentito a Galan di prendersi i primi due set con score impertinenti (6/0 6/1), prima che Stefanos decidesse di partecipare alla contesa. Vinto il terzo set per 6/3, Tsitsipas ha però ripreso a balbettare nel quarto, vissuto sul filo di un pericoloso equilibrio. Quanto pericoloso lo ha detto perentoriamente il dodicesimo gioco, nel quale Galan, per nulla turbato dalle occasioni di break non concretizzate, ha operato l’allungo decisivo. La sorpresa è grande, anche se va detto che tra Tsitsipas e il torneo americano non c’è mai stato gran feeeling, visto che in passato Stefanos aveva raggiunto al massimo il terzo turno della competizione. Altra caduta eccellente del turno inaugurale è stata quella di Taylor Fritz, da molti indicato quale possibile vincitore di questa edizione davvero incerta e senza padroni. Ad estromettere il tennista statunitense dalla rassegna è stato un giovane connazionale, Brandon Holt, figlio d’arte, dal momento che la genitrice di chiama Tracy Austin. Il match era peraltro iniziato nel segno del pronostico, con Fritz che, sia pure a fatica, si era aggiudicato al tiebreak il primo parziale. Ancora un tiebreak ha deciso il secondo set, stavolta premiando Holt, che ha cavalcato l’onda favorevole fino al successo finale. Nel torneo femminile l’inopinata caduta ha riguardato Simona Halep, numero uno del mondo, sgambettata dall’ucraina Daria Snigur. Match davvero atipico, con dominio di Snigur nel primo set, monologo della Halep nel secondo e affermazione, stavolta però non agevole, dell’ucraina nel parziale decisivo. E gli italiani? Due promossi e due bocciati, equamente ripartiti tra torneo maschile e femminile. Ha esordito in modo convincente Matteo Berrettini, che opposto al gigante cileno Jarry, ha chiuso con eloquente 6/2 6/3 6/3. Non è ancora il miglior Matteo, ma il miglioramento rispetto ai tornei più recenti è parso evidente. Ha invece perso al primo turno Lorenzo Sonego, che fatica terribilmente ad uscire dal cono d’ombra della negatività. Dopo aver dominato i primi due set contro l’australiano Jordan Thompson, ha progressivamente perso incisività e convinzione, finendo sconfitto al quinto, non senza recriminazioni. Una vittoria e una sconfitta anche tra le donne. Camila Giorgi, prigioniera dei suoi gratuiti nel primo set, ha riguadagnato uno stabile assetto di corsa a metà del secondo, sotto di un break e sull’orlo del precipizio. Il monologo da quel momento è stato letale per l’ungherese Bondar, che si era illusa di battere la marchigiana, ma ha dovuto fare i conti con una velocità di palla per lei non sostenibile. Sconcertante prestazione per Martina Trevisan, che è riuscita a perdere, in modo anche netto, dopo un primo set combattuto, dalla rediviva Rodina. La russa, palesemente condizionata dall’infortunio alla spalla che la costringe a battere a velocità amatoriali, ha insistito sul rovescio di Martina, e l’ha mandata fuori giri a dispetto di quell’handicap così evidente. Peccato, perché era un primo turno ampiamente alla portata della tennista toscana. Oggi in campo Sinner, Musetti, Fognini, Paolini e Cocciaretto, a caccia di un en-plein.