Perché la lezione delle Marche interessa il Lazio. E Roma

Fratelli d’Italia cresce, la Lega crolla, il Campo Largo frana. Paolo Trancassini inquadra l’ambito politico del risultato e intanto inizia la volata… Capitale.

Le elezioni regionali delle Marche erano le più incerte di questa tornata sul piano del risultato finale e delle percentuali. La conferma di Francesco Acquaroli con il 52,43% dei voti sancisce l’ennesimo successo di Fratelli d’Italia e del premier Giorgia Meloni. Perché nel centrodestra vanno guardate le performance dei singoli partiti. Fratelli d’Italia (27,5%) di gran lunga al primo posto e in crescita: nel 2020 era al 18,66% Potrebbe ottenere 10 consiglieri su 30. La Lega è crollata al 7,4% (cinque anni fa aveva il 22,38%) mentre Forza Italia è cresciuta all’8,5% (5,89% la volta scorsa).
Nel centrosinistra Matteo Ricci si è fermato al 44,4%. Pd 22,5% (in flessione: era al 25,11%), Movimento 5 Stelle al 5%: la volta scorsa aveva ottenuto il 7,12%.
Dicevamo che le Marche erano la Regione con meno certezze. In Calabria e in Veneto il centrodestra è largamente favorito. Mentre in Toscana, Campania e Puglia il centrosinistra è dato in vantaggio. Nelle Marche ci si aspettava un testa a testa, che invece non c’è stato. Ma il dato politico è chiaro: egemonia indiscussa di Fratelli d’Italia nel centrodestra.
Arianna Meloni non ha usato perifrasi: “Voglio dire che sono molto orgogliosa del risultato di FdI che ha sfondato il muro del 27%. Nonostante la dispersione delle tante liste civiche è un ottimo risultato e mi riempie di orgoglio”.
La Lega e Matteo Salvini devono riflettere molto: partito in arretramento ormai da anni e vale la pena di chiedersi quale sarebbe stato il reale risultato alle europee senza l’apporto del generale Roberto Vannacci.
Nell’area progressista il Campo Largo continua a non funzionare e si fatica a comprendere il perché di tanta insistenza su un progetto che non aggrega.
Al risultato delle Marche si è guardato anche nel Lazio.
Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale di FdI, ha affermato: “La netta riconferma di Francesco Acquaroli alla guida delle Marche è la prova che il buongoverno paga. I cittadini hanno premiato una leadership capace di parlare con chiarezza tanto ai territori quanto alle istituzioni, di aprire le Marche ai grandi flussi europei, sottraendole alla logica fredda della sinistra, che le vorrebbe invece marginali e subalterne alle regioni più grandi. Il centrodestra si conferma forza credibile, compatta, capace di fare sintesi politica senza rinunciare alle proprie identità. Ben altra cosa rispetto al centrosinistra, lacerato da divisioni e leadership deboli, sempre ostaggio delle correnti e dei cacicchi locali. Il cosiddetto “Campo Largo” faccia tesoro di questa sconfitta, e comprenda che il tema non è quanto grande sia il campo, ma uscire dalla politica “contro qualcuno” per seguire una politica che abbia idee “per qualcosa”. Ora il centrodestra guardi avanti con visione e determinazione, consapevole che i cittadini sanno riconoscere chi governa con serietà e chi si limita a rincorrere equilibri di potere, e individui, per le prossime tornate elettorali, profili che valorizzino la visione, la forza e la credibilità dei nostri programmi e che esaltino certezze e potenzialità delle comunità chiamate al voto”.
Il Governatore del Lazio Francesco Rocca ha spiegato: “La vittoria di Francesco Acquaroli rappresenta non solo un riconoscimento per il lavoro svolto, ma anche una grande opportunità per rafforzare la collaborazione tra le nostre Regioni. Lazio e Marche, insieme alle altre realtà del Centro Italia, hanno una responsabilità comune: unire le forze per rendere sempre più competitivi i propri territori, migliorare i servizi, sostenere lo sviluppo economico e sociale, e affrontare con visione le sfide che ci attendono. Sono certo che continueremo a costruire un percorso condiviso capace di valorizzare il Centro Italia”.
Ma c’è un altro dato politico, assolutamente inedito: a tre anni dalle elezioni parlamentari Fratelli d’Italia continua a crescere. Non soltanto nei sondaggi, ma in ogni elezione “reale”. E questo significa che l’azione di governo convince. Sottolineare poi che l’affluenza scende è giusto, ma si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le democrazie occidentali.
La presa di posizione di Paolo Trancassini inquadra la dimensione politica del momento. E guarda in prospettiva. Perché proprio nel Lazio si giocherà la madre di tutte le partite politiche. Nella primavera del 2026: le comunali di Roma. Giorgia Meloni vuole conquistare il Campidoglio, Roberto Gualtieri intende difendere il “fortino” del centrosinistra. Ci saranno molte sfide nella sfida: Giorgia Meloni contro Elly Schlein, Paolo Trancassini contro Daniele Leodori, Francesco Rocca contro Roberto Gualtieri. E magari perfino Francesco Lollobrigida contro Claudio Mancini. Sarà la Champion’s League della Politica.