Ciociari costretti ad emigrare in altre regioni per una Pet. Il motivo è semplice ed è rinvenibile nella insufficienza dei servizi forniti dall’Istituto nazionale dei tumori dove l’offerta di Tomografia a emissione di positroni si è dimezzata.
Stiamo parlando di un esame diagnostico fondamentale che consente nei casi oncologici di identificare il tumore. Tutto ciò accade perché le 2 Pec-Tac di cui dispone l’Ifo-Regina Margherita “risultano i tomografi più obsoleti presenti ad oggi sul territorio della Regione Lazio, installati nel 2007 e dichiarati fuori uso e pertanto non funzionanti” come si legge in un documento dell’Ifo. Ne consegue che negli ultimi otto mesi si sono dimezzate le disponibilità degli appuntamenti per effettuare l’esame, soprattutto per l’utenza esterna ambulatoriale. Risultato: l’aumento esponenziale del “pendolarismo diagnostico” dei ciociari come di tutti gli altri cittadini del Lazio (il 29% della popolazione). Molise e Campania sono le due regioni alle cui strutture ci si rivolge per essere sottoposti ad un’indagine di tale importanza. Perché si dà il caso che a non permettersi il “lusso” di attendere siano soprattutto i pazienti oncologici più gravi. Le liste d’attesa per le poche strutture laziali sono, neanche a dirlo, enormi.
D’altro canto la nostra regione dispone di soli 9 impianti di questo tipo. La promessa era quella di attivare altre 8 entro il 2027 così da ridurre la mobilità passiva. Così, ancora e purtroppo, non è stato.