Si chiamerà piazza Umberto Celani, già direttore di Ciociaria Oggi. L’annuncio del sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, in occasione della festa di Ciociaria Oggi (da 37 anni nelle edicole e da 10 nell’era della cooperativa Giornalisti Indipendenti, capace di salvare la testata e di rilanciarla nel moderno panorama della comunicazione), segna un momento significativo e bello della cronaca cittadina. Tutti hanno conosciuto Umberto Celani: purosangue del giornalismo, storico direttore di Ciociaria Oggi e de La Provincia, cronista di punta delle edizioni locali de Il Messaggero e Il Tempo. Ma anche “visionario” relativamente al quartiere Scalo. Fu lui ad immaginare una “piazza” degna di questo nome, fu lui, organizzando una fiaccolata di livello e proporzioni enormi, a far capire a tutti che quel quartiere meritava molto di più. Va dato atto al sindaco Riccardo Mastrangeli di aver colto tutto questo e di aver effettuato una scelta sicuramente di primo livello.
Perché mai come in questo momento il valore dell’informazione locale è fondamentale e baricentrico. Dieci anni fa la Cooperativa Giornalisti Indipendenti ha “salvato” Ciociaria Oggi e Latina Oggi, riportandole in edicola e rilanciandole. Oggi i confini della sfida sono cambiati: ci sono i social, il web, il digitale, le diverse piattaforme e quindi esiste l’obiettiva necessità di saper coniugare la storia (il cartaceo) con il futuro (i moderni canali di comunicazione). Però l’imperativo rimane lo stesso: contenuti, autonomia, pluralismo, indipendenza. Bisogna stare sul pezzo. La piazza intitolata a Umberto Celani
“lega” due epoche e dà slancio a chi continua a metterci la faccia, il cuore e il cervello. L’editoria locale è un fortino di democrazia e di rappresentanza dei territori che in molti tentano di assediare. Spesso troppo di quello avviene è dato per scontato. In realtà nulla è scontato, neppure la libertà. Nemmeno la libertà di stampa.
LA SITUAZIONE POLITICA
Detto questo, sul piano politico al Comune di Frosinone (il capoluogo) si continua a parlare della necessità di un recupero di Forza Italia in maggioranza. Per una ricomposizione del centrodestra, secondo quelli che sarebbero i “desiderata” dei livelli regionali dei partiti. Ma è proprio così? In realtà da mesi Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale degli “azzurri”, non interviene su questo punto. Da quando cioè il gruppo consiliare, formato da Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia, si è posizionato all’appoggio esterno, non mancando mai di marcare fortissime differenze dalle strategie dell’Amministrazione. In questi ultimi giorni FI si è rafforzata prima con l’ingresso dell’ex assessore Valentina Sementilli, eletta nella Lista Ottaviani nel giugno 2022. Poi, ieri, anche il consigliere “indipendente” Christian Alviani ha ufficializzato il passaggio agli “azzurri”.
Ma passi avanti politici all’interno della maggioranza non si registrano e adesso che il bilancio è stato approvato, il Sindaco ha davanti un altro anno di navigazione sicuramente impegnativo. Senza però il rischio di una interruzione della consiliatura.
Fratelli d’Italia, il partito con il gruppo più numeroso, si aspetta dei cambiamenti su alcuni punti della mobilità urbana. Il capogruppo Franco Carfagna ha avanzato la proposta di un tavolo cittadino per cercare di ricomporre il centrodestra. Però ormai la situazione è cambiata. Perché il bilancio è stato approvato con 17 sì su 33. E fra quei 17 ci sono i voti della Lista Marini (Andrea Turriziani) e del Polo Civico (Claudio Caparrelli). La Lista Marzi si è astenuta, ma è chiaro che con gli equilibri che ci sono sarà comunque decisiva per il mantenimento del numero legale.
Chi è che dovrebbe prendere un’iniziativa politica ufficiale per capire se il centrodestra può riunificarsi a Frosinone? I leader regionali Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia), Davide Bordoni (Lega)? Oppure quelli provinciali? Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), Rossella Chiusaroli (Forza Italia) e Nicola Ottaviani (Lega)? Oppure c’è bisogno di una azione di entrambi i livelli? In realtà però questo sarebbe dovuto già accadere. Non è mai troppo tardi. C’è in ogni caso una considerazione dalla quale non si può prescindere. Alla fine è necessario che siano i diretti protagonisti a trovare una soluzione che possa invertire la rotta. Sia perché altrimenti qualunque tipo di tregua imposta dall’alto sarebbe fragile. In secondo luogo mancano poco più di due anni alle prossime elezioni e il centrodestra deve iniziare a mettere a punto strategie, squadra, liste e candidati. Il collante non può che essere un’azione amministrativa condivisa. In mancanza della quale sarà impossibile ritrovarsi dalla stessa parte.