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Più sete di vendette che convergenze programmatiche. Le comunali di Frosinone e il gioco simmetrico tra Ruspandini e De Angelis

Licandro Licantropo
Le elezioni comunali saranno decise dai voti delle liste e dei candidati, molti dei quali con il classico dente avvelenato. I programmi, davvero, non c’entrano nulla. A proposito: c’è qualcuno che li legge?
Aprile 16, 2022
Fabio Tagliaferri (Fdi) con il candidato sindaco del centrodestra Riccardo Mastrangeli

Basta con l’ipocrisia figlia di quel perbenismo bacchettone che obbliga a dire che le scelte politiche si fanno sui programmi. Non è così, nemmeno alle comunali di Frosinone. A decidere il risultato finale saranno i tanti “ex” in cerca di vendette e di rivalse. O soltanto di… palcoscenico. Ma niente è successo adesso, era tutto scritto da tempo. A differenziare le situazioni e le posizioni (tutte legittime) è soltanto la scelta dell’ambito politico nel quale condurre la battaglia: interno o esterno.

Nessuna novità: Pizzutelli il suo campo lo aveva indicato da tempo. Appena nominato da Zingarelli all’Asp

Il Polo Civico ha scelto di stare nel centrosinistra del candidato sindaco Domenico Marzi. Alzi la mano chi è stupito: lo si sapeva da mesi e mesi, perfino prima delle elezioni per i consiglieri provinciali. Francesco De Angelis ha pressato politicamente Gianfranco Pizzutelli senza un attimo di tregua e quando il leader del Polo Civico è stato nominato presidente dell’Asp Frosinone (il 10 febbraio 2021, non ieri), è stato chiaro che ci fosse già allora una condivisione politica. A firmare la nomina è stato Nicola Zingaretti, presidente della Regione e allora ancora segretario nazionale del Pd. Non l’ultimo arrivato. La convergenza programmatica è una conseguenza di quella politica. Semmai c’è da chiedersi per quale motivo il sindaco Nicola Ottaviani, che è pure coordinatore provinciale della Lega, abbia sacrificato un assessore di Fratelli d’Italia a ottobre 2021 per continuare a tenere in maggioranza il Polo Civico. Gianfranco Pizzutelli ha fatto le sue scelte, che vanno rispettate.

Ma lasciamo stare le convergenze programmatiche. Adesso cercherà di ottenere un risultato che possa far perdere il centrodestra di Riccardo Mastrangeli più che far vincere il centrosinistra di Domenico Marzi. Normale che sia così: tutte le elezioni locali si vincono o si perdono per questo motivo. Con Domenico Marzi ci sarà anche Carlo Gagliardi, consigliere comunale che ha fatto parte della Lega, marginalizzato politicamente troppo in fretta. Avrebbe voluto essere tenuto in considerazione come candidato sindaco, ma non gli hanno neppure risposto. Anche lui vorrà farsi rimpiangere. Tutto scritto però: è la coalizione che voleva Francesco De Angelis, pensata per Mauro Vicano candidato sindaco. Prima del cambio in corsa, con Domenico Marzi, su ultimatum del Movimento Cinque Stelle.

Quelli per cui le battaglie importanti sono quelle interne

In tanti hanno dovuto fare buon visto a cattivo gioco sulla candidatura a sindaco di Riccardo Mastrangeli nel centrodestra. Ma hanno deciso di rimanere nella coalizione, pronti a fare la differenza per poi mettere il risultato sul tavolo e farlo pesare. Adriano Piacentini sta definendo la lista di Forza Italia come sempre, Antonio Scaccia è più determinato che mai ad ottenere un grande risultato per la Lista per Frosinone. Danilo Magliocchetti (Lega) alla fine ci sarà nonostante i dubbi.

Di Fabio Tagliaferri parleremo dopo. In tanti non hanno condiviso la linea di Nicola Ottaviani sul metodo delle primarie e sui candidati selezionati a tavolino per arrivare ad un esito già scritto. Ma sono rimasti, non hanno saltato il fosso. Nel centrosinistra Michele Marini non ha cambiato idea su quello che è successo dieci anni fa. Molto semplicemente ha fatto un ragionamento politico basato sulla sua storia e sulla sua coerenza. Ma farà di tutto affinché la sua lista civica prenda un voto in più di quella di Domenico Marzi. Un senso di rivalsa anche questo, all’interno della propria coalizione di riferimento però.

Pd-Fratelli d’Italia: gioco di specchi alla ricerca di legittimazione reciproca

Il Pd di Enrico Letta e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni sono i principali partiti in tutti i sondaggi. Primo o secondo. Dopo il voto delle politiche del prossimo anno è probabile che uno tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta abbia l’incarico di formare il nuovo governo. A livello nazionale i due si stanno legittimando continuamente, come fecero qualche anno fa Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema. A livello locale avverrà la stessa cosa, specialmente a Frosinone. Francesco De Angelis ha preteso una lista con tutti i migliori dentro. Massimo Ruspandini ha fatto lo stesso, affidando questo compito ad un Fabio Tagliaferri mai così motivato. Eppure Fratelli d’Italia era davvero vicino all’uscita dal centrodestra. Bravi Ruspandini, Tagliaferri e Mastrangeli a cogliere al volo le possibilità offerte da un incontro casuale. Trasformato in accordo politico nel volgere di una notte. Fabio Tagliaferri non avrebbe mai sostenuto Nicola Ottaviani. Per lui stare dalla stessa parte dell’attuale sindaco è come per un tifoso del Real Madrid mimetizzarsi nella curva del Barcellona sventolando una sciarpa blaugrana. Ha saputo farlo sulla base di un ragionamento politico elaborato e metabolizzato insieme a Massimo Ruspandini. Fratelli d’Italia punta ad un risultato di rilievo a Frosinone: grazie ad una lista forte ma anche ad un simbolo che in questo momento “tira” moltissimo.

Le elezioni comunali saranno decise dai voti delle liste e dei candidati, molti dei quali con il classico dente avvelenato. I programmi, davvero, non c’entrano nulla. A proposito: c’è qualcuno che li legge?

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