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Pluralismo dell’informazione e telecomunicazioni, la commissione regionale di Vigilanza a confronto con il Corecom

Cesidio Vano
Giugno 6, 2023

La commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Pd), si è riunita lunedì per un’audizione con il Comitato regionale per le Comunicazioni.

La presidente del CorecomMaria Cristina Cafini ha illustrato le funzioni e le principali attività dell’organismo regionale, ricordando le funzioni del Comitato, che hanno una duplice natura: da un lato quelle delegate a livello nazionale dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) e, dall’altro, quelle proprie, attribuite a livello regionale soprattutto dalla legge 13/2006.

Le funzioni del Corecom

“Nel primo ambito – ha spiegato la presidente – ricadono quelle basate sulla convenzione con l’Agcom, che stanzia una somma annuale soprattutto per le conciliazioni e le definizioni tra cittadini e operatori delle telecomunicazioni. Si tratta di un importante servizio reso ai cittadini, perché evita agli utenti il ricorso dispendioso presso i tribunali nel caso in cui avessero subito dei disservizi”. Tra le funzioni delegate dall’Agcom, la presidente ha anche citato la gestione del ROC, il Registro degli operatori di comunicazione, il monitoraggio sull’emittenza radiotelevisiva locale per il rispetto del pluralismo dell’informazione e l’esercizio di rettifica dei sondaggi pubblicati sulle testate cartacee.

Vigilanza sulla ‘par condicio’ durante le elezioni

Prima di passare all’elenco delle funzioni proprie del Corecom, Cafini si è soffermata su un’attività definita “a cavallo tra i due ambiti” e, cioè, il monitoraggio per il rispetto della par condicio nei periodi elettorali. Tra le funzioni proprie del Corecom, la presidente ha elencato: la gestione delle domande ai programmi dell’accesso, per gli spazi Rai riservati ad associazioni culturali, partiti, enti locali, sindacati, gruppi etnici e linguistici, confessioni religiose; il monitoraggio della Tgr della Rai durante i periodi elettorali (il Corecom, tra l’altro, sovrintende ai sorteggi per le tribune elettorali televisive); la vigilanza in materia di elettromagnetismo; la consulenza offerta al Consiglio regionale e agli altri organi regionali nelle materie di propria competenza.

Media e minori: il lazio modello per le altre regioni

La componente del Corecom Iside Castagnola, esperta di media e minori, è intervenuta per ricordare che “nel campo della Media Education il Lazio è una best practice a livello nazionale, con programmi che, grazie al protocollo d’intesa con la Polizia postale, hanno coinvolto circa 28mila studenti regionali”. Castagnola, che fa parte anche del tavolo nazionale in materia, ha spiegato che “questo format funziona molto bene, coinvolge esperti della società civile, psicologi e avvocati, e produce ottimi risultati nella prevenzione dei fenomeni negativi, attraverso incontri periodici nella scuole, anche on line per raggiungere gli istituti più lontani”. A questa attività riservata ai ragazzi, la presidente Cafini ha aggiunto anche il laboratorio interattivo sul giornalismo, per gli studenti delle superiori, e lo sportello “helpweb”, un utile strumento per minori e genitori per la segnalazione di abusi o violazioni in rete che possano danneggiare i ragazzi. Infine, Cafini ha annunciato la convocazione degli “Stati generali dell’informazione”, finanziati dal Consiglio regionale del Lazio, per fare il punto sull’editoria regionale con tutti gli operatori del settore.

Gli sportelli locali del Corecom

Rispondendo a una domanda del consigliere regionale Michele Nicolai (FdI), inoltre, la presidente Cafini ha potuto spiegare anche la situazione relativa all’apertura di sportelli territoriali del Corecom. “Si tratta di un nostro pallino dal giorno dell’insediamento – ha spiegato Cafini – perché riteniamo importante portare il servizio più vicino possibile ai cittadini. Abbiamo aperto sportelli a Latina, Fiumicino e Rieti, ma abbiamo difficoltà di funzionamento che stiamo cercando di risolvere con i comuni, perché noi mettiamo a disposizione la formazione e ogni forma di collaborazione ma serve il supporto degli enti locali per il personale”.

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