In materia di polizia locale, è la legge regionale numero 1 del 2005 che stabilisce quale deve essere il rapporto tra numero di agenti e la popolazione residente. Ebbene secondo tale norma la polizia locale di Rieti dovrebbe poter contare su 120 di quelli che un tempo a Roma venivano chiamati affettuosamente “pizzardoni”. Così non è. Attualmente nella capitale della Sabina ci sono 38 vigili urbani operativi, 13 dei quali tuttavia svolgono funzioni di ufficio, dal lunedì al venerdì. Ciò vuol dire che di agenti che ogni mattina scendono in strada a dirigere il traffico o ad assolvere ad altre incombenze (gli operativi esterni per capirci), sono soltanto 25 distribuiti su turni che vanno dalle 7 del mattino alle 21, dal lunedì al venerdì. L’esigenza ormai indifferibile di rimpolpare il personale della polizia locale reatina è stata sollevata da diverso tempo. Fino ad ora, a quanto pare, con scarsi risultati. Le ultime 6 assunzioni risalgono a luglio dell’anno scorso. Ancora poco per assemblare un organico degno del nome considerato oltretutto che i sei vincitori di un recente concorso pubblico non hanno affatto bilanciato il numero di guardie andate in pensione. Così, specie in estate, con la necessità di controllare località di maggior richiamo turistico, come ad esempio il Terminillo, si ricorre ad assunzioni stagionali che consentono di attivare servizi di controllo e prevenzione riguardo l’uso delle cinture di sicurezza o dei telefonini alla guida, per non parlare degli effetti di droga e alcol sugli automobilisti. Ciliegina, si fa per dire, sulla torta: il corpo non dispone neppure di un comandante. Ne ha l’incarico per ora (in attesa di un concorso che ne proclami uno) Sonia Salvi, dirigente dell’ufficio Personale. Situazione decisamente anomala.