Le struttura di emergenza e accettazione (Dea) del Lazio sarebbero sempre più “nel Caos”. La denuncia arriva dalla sigla sindacale UGL Salute. In una nota a firma del segretario nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano e del segretario regionale della UGL Lazio Armando Valiani, che puntano il dito contro la situazione in cui versano i pronto soccorso della regione Lazio, tra carenza di personale medico e continue aggressioni al personale sanitario in servizio.
Pronto soccorso Lazio: ogni mese dieci medici abbandonano i pronto soccorso
“Oltre alla consueta fuga di professionisti sanitari dai reparti d’urgenza – aggiungo i due sindacalisti – ora si sta registrando anche quella dei primari. Stando alle stime attuali – dicono ancora i sindacalisti – sarebbero circa 10 i medici che mensilmente abbandonano i Dea”. Per l’Ugl Salute, questa situazione non sarebbe altro che lo “specchio di quello che resta del servizio sanitario regionale dopo anni di mancata programmazione da parte del Governo regionale di Nicola Zingaretti”.
Tutti i “guai” di chi lavora nei Dea
Dalla sigla sindacale elencano le criticità che colpiscono i Dea: carichi di lavoro nettamente superiori al passato, escalation di aggressioni, premi più bassi rispetto alle altre regioni, ecc. “Intanto – aggiungono Giuliano e Valiani – ore e ore di attesa per i pazienti per essere visitati o per riuscire ad avere un posto letto sono la triste normalità, così come la coda di autoambulanze bloccate davanti ai nosocomi. A quanto pare l’unica certezza per i cittadini del Lazio non sembrerebbe rappresentata da servizi sanitari efficienti ma esclusivamente dall’aumento dell’Irpef locale” decisa dalla Giunta Zingaretti.
Concorsi deserti, nessun medico vuole quei posti
Per l’Ugl queste sarebbero “solo alcune delle motivazioni che rendono ormai il lavoro in Pronto Soccorso una missione per pochi eroi spinti da un’etica professionale encomiabile”.
Secondo i conti dell’Ugl nei reparti d’urgenza del Lazio mancherebbero circa 400 medici, ma reclutarli risulta impossibile “tanto che – dicono – i concorsi pubblici tenutisi alla Asl Roma 2 e al San Giovanni sono rimasti quasi deserti”.
Le difficoltà di gestione dei pronto soccorso sarebbero tali che adesso anche molti primari stanno decidendo di fare un passo indietro.