Il 18 dicembre si terranno le elezioni per il nuovo presidente della Provincia di Frosinone. Ma queste potrebbero essere le ultime di “secondo grado”. Dopo la cosiddetta riforma ‘Delrio’ (la legge 56/2014, dal nome del ministro Graziano Delrio che l’ha proposta, i cittadini non sono più elettori delle province (enti destinati allo smantellamento secondo la riforma costituzionale proposta dal Governo Renzi e poi bocciata dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016).
Elezioni provinciali, come si svolgono
Ad eleggere il presidente (ogni 4 anni) e il consiglio (ogni 2 anni) sono attualmente i soli amministratori comunali (consiglieri e sindaci, solo quest’ultimi possono candidarsi alla presidenza). Ma le cose sono destinate a cambiare. Il mancato completamento della riforma Renzi-Boschi ha di fatto posto le province in un limbo poco chiaro e poco funzionale. Se da tempo l’Upi, l’unione delle province italiane spinge per tornare all’elezione diretta degli organi dell’ente provinciale, anche la Corte costituzionale ha sollecitato il Parlamento a fare la sua parte.
I giudici della Consulta hanno evidenziato, con la sentenza n. 240/2021, che “la mancata approvazione della riforma costituzionale può essere letta in un solo modo costituzionalmente corretto: le Province sono nell’elenco degli enti costitutivi della Repubblica e ad esse si applica appieno il principio di sussidiarietà verticale di cui all’art. 118 della costituzione. Esse devono quindi essere titolari di funzioni proprie, cioè di funzioni che non possono essere attribuite ai Comuni.
Le funzioni provinciali sono funzioni di area vasta, sovracomunali e non intercomunali. Dopo il fallimento della riforma costituzionale, Città metropolitane e Province sono due enti simili, titolari di analoghe funzioni fondamentali non (o non solo) di mero coordinamento dei Comuni, esercitate, peraltro, su territori e nei confronti di comunità non differenziati”.
Proprio questa somiglianza, a detta della Consulta, “renderebbe urgente un riassetto degli organi di queste ultime, risultando del tutto ingiustificato il diverso trattamento riservato agli elettori nel territorio della Città metropolitana rispetto a quello delineato per gli elettori residenti nelle Province”.
Il ritorno all’elezione diretta convince
Il ritorno all’elezione diretta degli organi delle province ha sostenitori in tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione, tanto che tra Camera e Senato negli ultimi due mesi sono state presentate – tanto da destra quanto da sinistra – ben 5 proposte di legge per cambiare la “Delrio” e tornare a consentire ai cittadini di scegliere direttamente i propri amministratori provinciali.
Al momento tutti i 5 progetti, annunciati in Aula, risultato ancora da assegnare alle competenti commissioni prima di passare all’esame dell’emiciclo (Camera o Senato) ma è probabile che con l’inizio del nuovo anno la questione aumenti di priorità e scali la graduatoria delle urgenze legislative.
Quelle del prossimo 18 dicembre, dicevamo, potrebbero essere allora davvero le ultime elezioni ‘indirette’ dei vertici politici provinciali, per tornare presto al voto dei cittadini.