Ebbene sì, lo confessiamo: le classifiche sulla qualità della vita non ci appassionano. Non perché non siano attendibili (anzi), ma perché inevitabilmente sono destinate a dare tutte lo stesso risultato. L’ultima, quella annuale de Il Sole 24 Ore, relega provincia di Frosinone all’80° posto su 107. Una posizione persa rispetto allo scorso anno. Si tratta di piccole oscillazioni che non spostano i termini del problema. Non è tanto una questione che si vive male, ma che non si investe. I parametri ambientali, per esempio, registrano una situazione purtroppo consolidata: senza una vera bonifica della Valle del Sacco cosa potrà mai cambiare? Ma chi intercetta i fondi per effettuare questa operazione? Nel settore della logistica, nell’eterna attesa di una Stazione dell’Alta Velocità quale fattore dovrebbe migliorare la situazione? La Ciociaria arranca sui fronti del digitale e della modernizzazione, ma ce ne rendiamo conto ogni giorno. Gli Stati Generali vanno bene, ma poi a questi dovrebbero seguire progetti veri, concreti e attuabili. Fin quando non succede gli stessi analisti e addetti ai lavori non potranno andare oltre la mera elencazione dei problemi e delle emergenze.
LE SEGRETERIE DEI PARTITI
L’elezione di Massimo Ruspandini a presidente provinciale di Fratelli d’Italia non è stata certamente una sorpresa. Quando si vota per le politiche e per le regionali indubbiamente il vento nazionale ha un ruolo importante. Sul piano locale è diverso e quanto successo in questi anni può essere analizzato. Fino a dodici mesi fa era il Partito Democratico la forza che gestiva la fetta più grande del potere in Ciociaria. Non è facile per Luca Fantini esercitare il ruolo di segretario con la presenza (ingombrante) di Francesco De Angelis e Sara Battisti. Ma lui ci prova lo stesso. Però il Pd è arretrato parecchio, non soltanto per la sconfitta alle regionali. Ha perso diversi Comuni ma soprattutto non riesce da tempo ad aggregare una coalizione di centrosinistra capace di essere alternativa al centrodestra. Le ultime roccaforti sono diventate Cassino e Veroli: eventuali sconfitte alle comunali in una di queste due città sarebbero davvero una Caporetto. Fantini sta faticosamente cercando un ricambio generazione nella guida dei diversi circoli, ma non è semplicissimo.
Nella Lega Nicola Ottaviani deve tenere conto (parecchio) delle indicazioni di Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese. In questo modo il Carroccio è costretto a rincorrere posizioni di compromesso, spesso al ribasso. Ma è Cassino che farà la differenza. Senza un’intesa completa dell’intero centrodestra sarà difficile battere Enzo Salera. Ma non c’è soltanto questo. Nel recente congresso di Fratelli d’Italia, al cospetto dell’assessore Fabrizio Ghera, è stato detto chiaramente che una rottura del quadro della coalizione a Cassino arriverebbe all’attenzione anche di una Regione Lazio dove la Lega esprime assessori in giunta e fa parte della maggioranza. Non è più la stagione dei “battitori liberi”, anche se le polemiche tra Matteo Salvini e Antonio Tajani sono la dimostrazione di quanto contino le europee. Rispetto ai “colleghi” che guidano gli altri partiti, Massimo Ruspandini ha due vantaggi: è con lui la stragrande maggioranza dei dirigenti e dei militanti di FdI e non si trova nella situazione di dover continuamente mediare. Ruspandini poi, intelligentemente, non si sottrae al dialogo riconoscendo a sua volta autonomia ai tanti territori (e alle tante situazioni) diverse che caratterizzano la provincia di Frosinone. Il radicamento nel territorio non si è mai fermato in questi anni e i giovani sono già stati messi alla prova con successo. Il direttivo plurale significa molto ma tanti dei nuovi dirigenti sanno benissimo di non avere a loro fianco nemmeno un ventesimo della forza del deputato di Ceccano. Il gruppo, la presenza sul territorio, la rete di rapporti non si inventano e in un partito come Fratelli d’Italia non potrà essere mai un elemento di secondaria importanza. Facilmente scavalcabile o eludibile.
Le provinciali sono le elezioni meno congeniali per FdI: in tanti Comuni si è votato prima del boom del partito di Giorgia Meloni, quando percentuali e rapporti di forza tra partiti erano diversi. Tuttavia il 22 dicembre Fratelli d’Italia può lasciare un segno importante. Inesistenti i Cinque Stelle, che negli enti locali hanno pochissimi esponenti. Il deputato e presidente provinciale del partito Ilaria Fontana dovrebbe riflettere seriamente su questo aspetto. Infine, Forza Italia: la stagione dei tre subcommissari (Daniele Natalia, Adriano Piacentini e Rossella Chiusaroli) dovrebbe lasciare il posto al congresso. Però deve deciderlo Claudio Fazzone.