Dalle 11 liste schierate nel 1995 quando Paolo Fanelli divenne il primo sindaco della storia di Frosinone ad essere eletto direttamente dal popolo alle 25 del 2012 quando venne stabilito il record di formazioni alla partenza della campagna elettorale. In tutto sono 106 le formazioni che fino ad oggi hanno visto il loro simbolo stampato sulla scheda elettorale. Ma andiamo con ordine a ricostruire come e con quante liste i primi cittadini che si sono succeduti alla guida del capoluogo hanno impostato la loro corsa. E ottenuto la poltrona più ambita del consiglio comunale.
1995: Fanelli vince con solo tre liste
Paolo Fanelli nel 1995 fa ricorso a soltanto 3 liste (Forza Italia, Allenza Nazionale e Centro Cristiano Democratico) per battere in una drammatica sfida all’ok corral il leader dei socialdemocratici Gianfranco Schietroma (sostenuto da 4 formazioni). Sarà la prima ed ultima volta che un candidato diventa sindaco schierando una lista in meno dell’avversario.
Il risultato arriva al ballottaggio che l’affermato ortopedico vince con il 52,17 dei voti contro il 47,83 dell’avversario.
A provare a indossare la fascia tricolore sono in tutto 7. Oltre a Fanelli e Schietroma ci provano anche Sandro Lunghi, per la prima volta Nicola Ottaviani con il Polo Costituente, Antonio Chiappini, Paolo Pilozzi e Laura Franconetti.
1998: Inizia l’era Marzi. A sostenere l’avvocato sono 5 formazioni
L’esperienza di Paolo Fanelli dura poco più di due anni. E tre anni dopo si riaprono le urne, Il 1998 è l’anno in cui inizia l’era di Domenico Marzi. Inizia con un pirotecnico primo turno nel quale il centrodestra con le ferite ancora aperte dopo la sfiducia a Paolo Fanelli si spacca e si gioca la partita con Italico Perlini, Adriano Piacentini e il solito Nicola Ottaviani questa volta stregato dalle sirene del Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini. Al ballottaggio approda Perlini con 3 liste che sbeffeggiando in tivù Piacentini, reo di aver siglato il famoso accordo di Valmontone (Chi? Pià…pià…pià…) apre le porte del Comune all’avvocato Marzi sostenuto nella competizione da 5 liste (Socialisti Democratici, Ds, Ppi, Alleanza per Frosinone, Federazione dei Verdi).
Oltre al vincitore ed ai competitor di centrodestra a correre a sindaco ci sono anche Francesco Notarcola e Franco Villa.
2002: E’ l’ora dell’anatra zoppa. Vincono Marzi e le liste di Ottaviani.
Per la conferma del 2002, Domenico Marzi oltre al suo fido “Socio” viene sostenuto da 7 liste (Ds, Uc-Alleanza per Frosinone, Sdi, La Margherita, Lista Marzi, Di Pietro-Com. Italiani, Udeur). Il primo turno è un thriller e battezza la nascita dell’anatra zoppa. Il candidato sindaco del fortissimo centrodestra di allora è Nicola Ottaviani. Le urne promuovono le sue liste dandogli più del 51% al primo turno. Ma sono molto più tiepide con l’attuale sindaco in carica che accusa un ritardo di 4 punti percentuali rispetto ai partiti che lo appoggiano.
La tendenza dell’elettorato a premiare Domenico Marzi viene confermata nel ballottaggio che l’esponente di centrosinistra si aggiudica sfiorando il 55%dei consensi.
Provano a diventare sindaco anche Gennarino Scaccia, Paolo Iafrate e Pino Ruggeri che presenta per la prima volta a Frosinone il simbolo della Lega Nord.
2007: Michele Marini: al comune con la forza… buona.
Non c’è due senza tre e il filotto di vittorie di centrosinistra viene completato, nella primavera 2007, da Michele Marini che con lo slogan “La forza buona” preso in prestito dal famosissimo “La forza tranquilla” di Seguèla che spalancò a Mitterand le porte dell’Eliseo riporta la vecchia anima democristiana alla guida del capoluogo. Marini (già vice di Domenico Marzi) vince senza dover ricorrere al ballottaggio e si sbarazza senza eccessivi patemi d’animo di Adriano Piacentini e Riccardo Mastrangeli. Lo fa con l’appoggio di un’esercito di candidati spalmati su 10 liste (L’Ulivo, Sdi, Lista Marini, Udeur Popolari, Verdi, Di Pietro, Democrazia Cristiana ed altre 2 civiche) e conquista al primo turno il 53,34% dei consensi.
Provano a conquistare la poltrona più ambita anche Ivan De Santis e Maurizio Tivinio.
2012: Venti di Pdl. Ottaviani corona il sogno di governare la sua città
Michele Marini che nel 2012, tradito dal fuoco amico, dalla spaccatura con Domenico Marzi e da un’avviso di garanzia sventolato dai suoi avversari di centrosinistra in un comizio, deve cedere il passo a Nicola Ottaviani che dopo un lungo periodo sabbatico e disintossicante seguito alla bruciante sconfitta del 2002 torna in campo sostenuto da una coalizione forgiata dalla potenza di Alfredo Pallone al tempo coordinatore regionale del Pdl. Sono 9 le liste che appoggiano il sindaco di centrodestra (Pdl, Ottaviani sindaco, Città nuove, Nuova realtà, Per Frosinone, Frosinone libera, Ciociaria Futura, Donna domani, Udeur-Pop-Civica). La vittoria arriva al ballottaggio con il 53,12%. A conquistare la fascia tricolore ci provano anche Marina Kovari, la pentastellata Enrica Segneri, Giuseppina Bonaviri, Segio Arduini e Alfredo Scaccia.
2017: La regola del 9 per la più semplice delle riconferme.
Le elezioni della primavera 2017 vedono la riconferma di Nicola Ottaviani sostenuto ancora una volta da 9 liste (Ottaviani sindaco, Forza Italia, Polo Civico, Lista per Frosinone, Alternativa Popolare, Cuori Italiani, Frosinone capoluogo, Fratelli d’Italia, Forza Frosinone). Vince al primo turno con il 56,39% dei voti in una competizione senza storia. Fabrizio Cristofari non entra mai realmente in partita lasciato pressochè solo da tutta l’area di centrosinistra. Partecipano alla competizione anche Christian Bellincampi per il M5S, Stefano Pizzutelli, Giuseppina Bonaviri e Fernando Incitti.