Nuovo affondo di Fazzone sul centrodestra regionale. Il leader di Forza Italia nel Lazio è stato ancora una volta protagonista di un’uscita che fa discutere. Soprattutto nel rapporto con l’alleato principale. “Il Lazio è l’unica Regione in Italia che non ha mai potuto esprimere un presidente di regione di Forza Italia, non è una cosa corretta: ci dovrebbe essere una turnazione, o forse qualcuno ritiene che non ci sia una classe dirigente all’altezza? -ha affermato Fazzone– Sono interrogativi che ci dobbiamo iniziare a porre, serve una politica che valorizzi la classe dirigente. Andare a pescare al di fuori significa ritenere la propria classe dirigente incapace, e fare un ‘Roma 2’ come alle comunali può essere pericoloso.
Bisogna anche iniziare a far capire a chi molte volte, e non lo dico a chi sta a questo tavolo, prende decisioni senza consultare la classe dirigente dei territori. Non si fa così la politica. Perché quando i candidati devono essere espressi da FI dobbiamo dare le terne, come al lotto, e se invece sono di altri partiti dobbiamo attendere, senza nemmeno poter dire che magari preferiamo un politico e non magari nomi che si ritengono conosciuti e che non lo sono?”. Questa la frase principale pronunciata da Fazzone, intervenendo all’evento di lancio, ‘Obiettivo Lazio’, della campagna elettorale di Forza Italia per le regionali del 12 e 13 febbraio, in corso all’Hotel Ergife di Roma.
Un nuovo segnale lanciato nei confronti di Fratelli d’Italia e che testimonia come vi sia un certo nervosismo tra gli alleati minori, rimasti a giocare un ruolo marginale nella scelta del candidato presidente alle prossime regionali del Lazio. Il nome comunque potrebbe essere annunciato, quando il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al rientro dalla missione a Bruxelles, interverrà oggi alla festa in piazza del Popolo per il decennale di Fratelli d’Italia. La kermesse è stata aperta dal coordinatore regionale di FdI Paolo Trancassini, nella rosa dei papabili.
LA ROSA DEI NOMI
La scelta spetta a FdI e gli alleati attendono che l’annuncio venga dato nel fine settimana, come del resto auspicato dal leader della Lega, Matteo Salvini: “Conto che entro il fine settimana ci sia la scelta sul candidato. Le liste della Lega sono pronte, belle, ricche. A me basta che sia bravo”, ha detto Salvini aprendo la campagna elettorale del Carroccio. Il tempo stringe e sia Lega che Forza Italia attendano almeno una terna di nome, come emerso ieri dallo scambio di battute a distanza, nei corridori di Montecitorio, tra i ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha confermato: “daremo la terna”.
LA SCREMATURA
Il motivo di questo stallo è da ricercare nelle dinamiche interne a FdI, con il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, che si è detto più volte disponibile a scendere in campo. La neo deputata Chiara Colosimo, invece, ex consigliera regionale e fedelissima di Giorgia Meloni finora è sempre stata in pole, ma la fuga in avanti di Rampelli ha un po’ rimescolato le carte. Da qui l’idea di puntare su candidati con esperienza politica di un certo livello, ma di uscire dai confini romani e attingere dalla provincia.
Negli ultimi giorni, quindi, oltre Rampelli e Colosimo, sono risalite le quotazioni di Paolo Trancassini, deputato reatino e coordinatore di FdI per il Lazio e da sempre vicino a Meloni. Inoltre, è rientrata in corsa l’ipotesi “civica” di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, che sarebbe gradito ad alcuni vertici nazionali della Lega, perché rappresenterebbe la coalizione, in grado di attirare voti anche oltre il centrodestra. Tra i nomi che stanno circolando c’è anche quello di Nicola Procaccini, eurodeputato ed ex sindaco di Terracina. Un’ultima voce che gira in questi giorni, invece, tira in ballo l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli.
A LATINA FDI CONTRO STEFANELLI
A Latina intanto soffiano venti di guerra fra FdI e l’amministrazione provinciale.
Lo scontro è sulle nomine dei vertici dell’Egato. I consiglieri provinciali di Fratelli d’Italia Luigi Vocella e Pasquale Cardillo Cupo hanno attaccato il presidente Stefanelli in merito alla sua richiesta di procedere più rapidamente possibile con le nomine. “Al Presidente Stefanelli vogliamo dire che la norma sugli Egato noi la conosciamo bene e conosciamo bene anche le dinamiche regionali -hanno dichiarato i due esponenti di FdI- intanto giova ricordargli che sono state proprio le proteste di Fratelli d’Italia ad indurre la Regione a sospendere le convocazioni delle assemblee dei sindaci per le nomine dei vertici degli Egato. Mentre ribadiamo di non comprendere la fretta di Stefanelli nel chiedere alla stessa Regione, che a suo avviso è estranea alla procedura, di convocare i sindaci.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di commissariare la democrazia, anzi, proprio per rispetto degli elettori chiediamo che si attenda il voto invece di procedere con nomine a tempo scaduto. Mancano meno di due mesi, non sarà certo questo breve lasso di tempo a porre rimedio alle tante emergenze cui la Regione finora non ha saputo trovare soluzioni in 10 anni, una su tutti la questione rifiuti. Il nostro pensiero è chiaro: siamo contro questo poltronificio concepito per sistemare gli amici degli amici e dal Presidente Stefanelli non accettiamo né lezioni di democrazia né di amministrazione”. La sensazione è che sia solo l’inizio di un lungo braccio di ferro.