Antonio Pompeo è stato tra i protagonisti della manifestazione del sindaco di Firenze Dario Nardella (probabile candidato alla segreteria del Pd) ieri al Teatro delle Quattro Fontane a Roma. In quell’occasione si è parlato della necessità di superare il sistema delle correnti (argomento che nei Dem somiglia al ponte sullo Stretto) e di valorizzare gli amministratori. Il dato politico è che Pompeo si è già schierato per il prossimo congresso del partito. Qualche ora prima a Morolo, nel corso del suo “tour” Strada Facendo, in previsione delle regionali, con lui al tavolo dei relatori c’erano il vicepresidente della Provincia Alessandro Cardinali e il consigliere Luigi Vacana, “freschi” di firma sul documento che lancia Luigi Germani verso la guida di Palazzo Jacobucci. Due episodi che dimostrano in maniera incontrovertibile il legame logico e politico tra le regionali e l’elezione per il presidente della Provincia.
POMPEO, BATTISTI, BUSCHINI
Antonio Pompeo si sta muovendo alla luce del sole. Appoggia Germani in ottima compagnia. Sulla stessa posizione ci sono i sindaci Enzo Salera (Cassino) e Domenico Alfieri (Paliano). A parte il fatto che Germani ha una storia politica che si riconduce al Pd, in questo momento rappresenta una soluzione bipartisan, trasversale, condivisa. Tutto meno che un inciucio. Su quel progetto c’è il sostegno anche di Fratelli d’Italia, che da anni fa della valorizzazione dei piccoli Comuni un cavallo di battaglia. L’onorevole Massimo Ruspandini ha presentato un disegno di legge su questo argomento. Motivazioni simili per Forza Italia di Claudio Fazzone. Comunque Antonio Pompeo parteciperà alle regionali per essere eletto e sta puntando sugli amministratori locali. Fra i quali pure Cardinali e Vacana, perni dell’operazione Germani. Il ragionamento è lineare.
Sara Battisti vuole essere confermata come consigliere regionale: è diventata lei la soluzione di punta di Francesco De Angelis, numero uno di Pensare Democratico. L’appoggio di Enrico Pittiglio e Barbara Di Rollo a Luca Di Stefano per la presidenza della Provincia è molto più di un segnale. Su Di Stefano c’è anche De Angelis. Pure in questo caso le decisioni di Sara Battisti guardano alle prossime regionali. Il percorso scelto è coerente con gli obiettivi prefissati. Sulle elezioni del presidente della Provincia il grande assente è l’altro consigliere regionale, Mauro Buschini. Non ha dato indicazioni, non si è espresso, ha provato in tutti i modi a non farsi notare alla riunione della direzione sabato sera. Sta facendo campagna elettorale per le regionali nei vari Comuni, ma resta lontanissimo dai temi politici. La grande incognita che sta condizionando la linea della federazione del Pd riconduce alle regionali, in particolare alla posizione di Mauro Buschini: vuole andare fino in fondo oppure si sta giocando altre partite che saranno più chiare tra qualche settimana? In altri tempi sarebbe stato il primo a prendere la parola alla riunione della direzione per dire che non potevano esserci dubbi: la strategia giusta è quella di De Angelis e Fantini e chi non si riconosce in questa linea si assume la responsabilità di spaccare il partito. Non lo ha fatto. Alla Regione Lazio per dieci anni è stato il fedelissimo di Nicola Zingaretti (con qualche black out però) e aveva stretto un rapporto di ferro con Daniele Leodori. Negli ultimi mesi la posizione politica di Mauro Buschini è indecifrabile. Di certo sta pesando negli equilibri interni del partito.
IL CIVICO-LEGHISTA MASTRANGELI
Fuori dal quadro delle alleanze politiche gioca una partita basata tutto sul suo prestigio Riccardo Mastrangeli. Pensa di poterla spuntare al di là della debolezza elettorale della Lega contando sulla rete di relazioni personali tra gli amministratori del territorio. Che sia in partita fino ad oggi lo ha dimostrato. Ora dovrà misurarsi sul terreno della “politica” dove i competitor non lasceranno nulla di intentato per ridurgli lo spazio d’azione. Intanto sono state presentate le liste degli altri candidati: Luigi Germani e Luca Di Stefano.
QUATTRO ELETTI ALLA REGIONE
In provincia di Frosinone vengono eletti 4 consiglieri regionali: 3 direttamente, uno con il premio di maggioranza. Nel 2018 staccarono il biglietto per l’aula della Pisana Mauro Buschini e Sara Battisti (Pd), Pasquale Ciacciarelli (allora nella lista di Forza Italia), Loreto Marcelli (Movimento Cinque Stelle). Lo schema è consolidato: 2 consiglieri al partito di maggioranza della coalizione che vince le elezioni ed esprime il presidente, poi altri 2 posti alle forze politiche che raggiungono il risultato migliore, anche rispetto alle percentuali delle altre province. Fermiamo la previsione a quelli che sono gli attuali sondaggi. Nel caso di vittoria del centrodestra, dovrebbero andare 2 seggi a Fratelli d’Italia e 1 al Pd. Ne resterebbe 1 solo e a giocarselo sarebbero Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia. Se invece dovesse vincere il centrosinistra, la probabile composizione sarebbe: 2 al Pd, 1 a Fratelli d’Italia. E 1 contendibile da Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia. Si andrà cioè ad una rivoluzione dei rapporti di forza sul territorio, specialmente se poi Fratelli d’Italia dovesse esprimere anche un assessore. Le cose stanno cambiando velocemente in questo territorio e tutti stiamo prendendo atto di come sia difficile continuare a parlare di coalizioni. Il centrosinistra non esiste più da tempo, il centrodestra non si ritrova su nulla. Per questo alla fine il metro di misura della rappresentanza politica è dato dal numero degli eletti ad ogni livello.