La data c’è, e sarebbe il 15 dicembre, il nome ancora no. Nel partito si dibatte, gli alleati fremono, il calendario corre. Le Regionali nel Lazio infatti si avvicinano e il centrodestra non ha ancora un candidato per via Cristoforo Colombo.
Si dice centrodestra, ma si legge Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni che indicherà, nessuno ha mai obiettato, il campione della coalizione. Eppure gli alleati lanciano segnali di nervosismo. La Lega continua a chiedere di fare presto per scongiurare una campagna elettorale da anatra zoppa per il ritardo accumulato fino ad ora.
Il rischio, insomma, è che si commetta lo stesso errore fatto con Enrico Michetti, lanciato nell’agone politico all’ultimo momento, appena un mese prima del voto. Raccontano che il dossier è sul tavolo di Giorgia Meloni e che il nome del futuro candidato presidente della Regione potrebbe uscire prima della festa organizzata da Fdi per il suo decennale, in programma dal 15 al 17 dicembre in piazza del Popolo.
Sarebbero smentite così le voci che parlavano di un annuncio in occasione della kermesse ’10 anni di amore per l’Italia’ che sarà conclusa sabato da Meloni. Fonti parlamentari assicurano, infatti, che via della Scrofa sarebbe intenzionata a ufficializzare il nome alla manifestazione del ‘decennale’ ma sarà comunicato agli alleati prima, magari nel corso di un vertice di coalizione, che però allo stato non risulta ancora convocato.
Unica certezza, fanno sapere ambienti meloniani, è che si ragiona su un profilo politico e non su un ‘civico’ o ‘tecnico’, che dir si voglia. Di conseguenza, dalla rosa dei papabili sarebbe uscito il presidente della Croce Rossa, Francesco Rocca.
Allo stato, in campo per la Pisana ci sarebbero sempre Nicola Procaccini, europarlamentare ed ex primo cittadino di Terracina; Paolo Trancassini, deputato reatino e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia; Chiara Colosimo, fedelissima di Giorgia, già consigliera regionale nell’epoca Zingaretti, che in tanti danno per favorita.
Della partita, secondo alcuni, ci sarebbe pure Fabio Rampelli, che aveva dato la sua disponibilità e difficilmente avrebbe potuto negarla, visto la lunga esperienza in Regione e il ruolo che ricopre in Parlamento come vicepresidente della Camera. Rampelli, però, raccontano, probabilmente non si aspettava di essere messo per giorni sullo stesso piano di altri aspiranti candidati.
Rampelli, raccontano, potrebbe sfilarsi per non restare incastrato nella strettoia natalizia, anche se alcuni sondaggi interni lo darebbero tra il 48 e il 50 per cento, 6-7 punti sopra la coalizione di centrodestra. Altro nodo da sciogliere è se far scendere in campo, come si fa abitualmente, una lista civica del Presidente, come accaduto con Francesco Storace e Renata Polverini.
REGIONALI LAZIO 2023: GASPARRI VA IN PRESSING SU FDI
Forza Italia è rassegnata ad accettare la leadership della Meloni, ma sulla scelta del candidato per le Regionali del Lazio ha iniziato ad andare in pressing sul premier. In particolare si conferma molto attivo il senatore Maurizio Gasparri.
“Per le elezioni della Regione Lazio, Forza Italia terrà una sua manifestazione con l’intervento di Berlusconi e di Tajani a Roma all’Ergife Palace Hotel, venerdì 16 dicembre alle ore 17 -ha annunciato il coordinatore romano degli azzurri- per quanto riguarda la scelta del candidato presidente, occorrono soluzioni condivise che nascano da un confronto all’interno del centrodestra.
Bisogna guardare in tutte le direzioni, cercando l’uomo o la donna più idoneo non solo per vincere, ma anche per governare successivamente. Chi ha più peso sicuramente ha diritto di avanzare proposte, ma bisogna valutare i profili indipendentemente dalla percentuale di voti del partito di appartenenza. La prova elettorale non deve essere sottovalutata.
La sinistra è perdente e frantumata, il successo è più che probabile per il centrodestra unito, ma poi bisogna governare la sanità, i trasporti, l’emergenza rifiuti.
Occorrono energie solide e serve soprattutto una scelta politica chiaramente riconoscibile da parte degli elettori, a partire da quelli della Capitale dove il voto di opinione e la notorietà della persona proposta sono decisivi. Attendiamo il confronto perché ci deve essere un dialogo serio, serrato e costruttivo”.
L’ASSIST CADUTO A VUOTO
Proprio Gasparri aveva nel recente passato tracciato un identikit del candidato governatore che assomigliava parecchio al profilo di Fabio Rampelli. Una allusione, forse, al più ingombrante dirigente in campo per la corsa in Regione, Fabio Rampelli.
Quest’ultimo ieri ha espresso la sua solidarietà alla premier minacciata di morte. “Cresce il numero delle minacce a esponenti del governo, e oggi è toccato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla sua famiglia -ha sottolineato Rampelli– subito identificato l’uomo se la vedrà con la giustizia, ma un esame di coscienza se lo facciano quanti gettano benzina sulle fiamme del disagio sociale che hanno creato.
Le parole sono pietre, come insegna la violenza degli anni `70, usarle a sproposito significa mettere in conto che persone incapaci di gestire la propria emotività o in condizioni di sofferenza possano passare all`azione.
A Giorgia Meloni tutta la mia solidarietà”. Un gesto elegante e significativo anche sul piano politico, che però potrebbe non bastare a Rampelli, mai in cima alla lista dei preferiti del presidente del consiglio.
Per ora la sua candidatura resta in stand by.