La partita delle regionali Lazio in realtà sembra essere solo in parte il principale leitmotiv della politica capitolina. A Roma in realtà si fa già la conta per le preferenze dei singoli consiglieri.
I pochi seggi disponibili sono oro. E l’ordine di arrivo determinerà i futuri equilibri del Pd romano e laziale. Il duo di candidati sospinta verso la Pisana è composta da Mario Ciarla ed Eleonora Mattia. Hanno il sostegno del deputato Claudio Mancini e del sindaco Roberto Gualtieri, degli assessori capitolini Sabrina Alfonsi, Maurizio Veloccia, Monica Lucarelli e in parte anche di Tobia Zevi, poi dei consiglieri Riccardo Corbucci, Antonella Melito, Giulia Tempesta e Mariano Angelucci, dell’ex deputata e neoconsulente del Sindaco metropolitano Patrizia Prestipino e del presidente del consiglio regionale Marco Vincenzi. Anche i consiglieri della Civica in assemblea capitolina, per quanto il loro assessore di riferimento (Onorato) si stia tenendo alla larga dalle dinamiche che attualmente tengono banco in Campidoglio.
REGIONALI LAZIO E NON SOLO: ZINGARETTI E AREADEM IN DIFFICOLTA’
Si profilano notevoli difficoltà per l’asse i seguaci di Zingaretti e per quelli di Areadem. Fanno riferimento al segretario regionale Bruno Astorre, dividono i loro voti maschili tra Daniele Leodori e Massimiliano Valeriani, mentre quelli femminili sono quasi tutti su Emanuela Droghei: un tempo assessora a Ostia, poi capo staff dello stesso Leodori in Regione, vicina alla deputata Michela Di Biase. Sulla sua figura stanno convergendo i voti anche di una parte degli zingarettiani, tanto che più di un consigliere capitolino si sta adoperando per lei in ticket con Valeriani. C’è anche chi resta “fedele” al ticket ufficiale, quello tra l’assessore all’urbanistica e Michela Califano: tra loro sicuramente Alemanni, Parrucci e Zannola.
A conti fatti Astorre deve affrontare il momento più difficile della propria segreteria: la sfida lanciata da Mancini lo vede in posizione sfavorevole.
Ad agosto, dopo la creazione delle liste per le elezioni politiche, Base Riformista (ora quasi disciolta e passata con Mancini) lo accusò di “fare il capocorrente e non il segretario”. Subito dopo la sconfitta, Patrizia Prestipino non risparmiò parole dure nei confronti del segretario “che non si è misurato in un collegio uninominale”. A luglio, alla fine di una pesantissima direzione regionale, Astorre e AreaDem si ritrovarono isolati rispetto alla volontà di indire le primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione Lazio.
Anche sulla guida del Pd oltre le Regionali Lazio le posizioni sono lontane: Mancini porta Stefano Bonaccini, AreaDem punterebbe sulla promessa di aria fresca rappresentata da Elly Schlein. La sensazione è che entro fine febbraio ci sarà un regolamento di conti complessivo che ridisegnerà gli equilibri interni del Pd capitolino e regionale.