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Regione, la Bonafoni “ri-passa” al Pd: in Consiglio scompare il gruppo della lista civica D’Amato Presidente

Cesidio Vano
Maggio 12, 2023
Il palazzo della Regione Lazio, Roma

Addio alla Lista Civica D’Amato Presidente o almeno al suo gruppo consiliare nel Lazio. Marta Bonafoni, l’unica eletta della formazione civica che sosteneva la candidatura a governatore dell’ex assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, è infatti transitata nel gruppo consiliare del Pd, portando in dote la presidenza della Commissione Trasparenza e pubblicità, avuta proprio come esponente della minoranza della lista civica.

Bonafoni, la consigliera regionale che coordina la segreteria Schlein

Nulla di eccezionale, a fin dei conti, Bonafoni ha in tasca da anni la tessera del Partito democratico e del Pd è anche coordinatrice della segreteria nazionale, indicata da Elly Schlein. Per lei si è trattato di un ritorno a casa. Per la lista civica la fine dell’esperienza in consiglio regionale. Infatti, lo stesso D’Amato è consigliere del monogruppo “Insieme per il Lazio” ovvero il raggruppamento di liste che lo sosteneva alla corsa verso la presidenza della Regione.

Bonafoni vanta un curriculum politico tutto a ‘sinistra’ almeno a giudicare dai temi che le stanno a cuore: lotte femministe e contro lo sfruttamento del caporalato, in piena sintonia con la segretaria Schlein che fin dall’inizio ha fatto pensare ad un ruolo importante nei dem, poi concretizzatosi, come detto, nel coordinamento della segreteria.

Rapporti tesi con il Terzo Polo: “Il Pd piglia tutto”

Di certo, però, l’approdo nel gruppo del Pd non aiuta a ricucire i rapporti con il Terzo Polo che già in occasione dell’assegnazione delle presidenze delle commissioni di garanzia, che sono proprio per questo riservate alla minoranza, ha avuto da ridire sul metodo ‘piglia tutto’ dei democratici che di fatto hanno lasciato l’unico esponente di Azione-Italia Viva, Marietta Tidei, con il becco asciutto, così come i 4 consiglieri del Movimento 5 stelle e i monogruppi di Polo progressista, Verdi-Sinistra e Insieme per il Lazio.

Le presidenze che spettano alle minoranze e le ‘manovre’ dei dem

Sono due le commissioni di garanzia le cui presidenze spettano all’opposizione. Il Pd, forte dei 10 consiglieri del suo gruppo (ora 11 con la Bonafoni) aveva preteso quella della Vigilanza sul pluralismo dell’informazione’, in cui ha insediato Enrico Panunzi, consigliere Pd al terzo mandato, lasciando – solo sotto il profilo formale – al resto dei gruppi di opposizione la presidenza della commissione ‘Trasparenza e Pubblicità‘ finita però, non senza l’aiuto dei voti Pd, al gruppo della Civica di D’Amato e quindi alla Bonafoni. Un’operazione solo di facciata, però, perché di fatto la presidentessa è una tesserata del Partito democratico e ha impiegato poco più di un mese a riportare la presidenza sotto il vessillo dem.

Inoltre il Pd, nell’ambito della minoranza, ha occupato anche la presidenza del Corecoco (Comitato regionale di controllo contabile) con Eleonora Mattia e la vicepresidenza del Consiglio (con Daniele Leodori).

Azione-Italiviva: “Così il Partito democratico va all’arrembaggio”

Dalle parti di Calenda, avevano annusato l’aria è già subito dopo le nomine la capogruppo di Azione-Italia viva Marietta Tidei, aveva accusato: “E’ una cosa vergognosa e senza precedenti. Un atto di arroganza, perché il Pd in 45 giorni non ha voluto convocare una riunione della coalizione che ha sostenuto D’Amato, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni.

E’ una cosa lesiva del nostro ruolo di seconda forza politica della coalizione ma anche della coalizione stessa, con una bulimia spaventosa. Pur di reggere gli equilibri interni, ha usato quelle poltrone per fare quadrare i proprio conti, fregandosene della prassi istituzionale di questo luogo e delle regole democratiche perché il partito di maggioranza relativa, dando le presidenze a Marta Bonafoni ed Enrico Panunzi, prende tutto. Altro che nuovo corso della Schlein, siamo all’arrembaggio”.

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