“Serve legge organica delle funzioni locali nella Regione Lazio, che permetta di costruire un equilibrato sistema regionale delle autonomie locali in applicazione del Testo unico degli enti locali”.
La proposta delle associazioni degli enti locali
La richiesta arriva dalle organizzazioni degli enti locali (comuni, province e comunità montane) del Lazio attraverso una lettera inviata a tutti i 6 candidati alla guida della Regione Lazio (Alessio D’Amato, Francesco Rocca, Donatella Bianchi, Rosa Rinaldi, Sonia Pecorilli e Fabrizio Pignalberi). La candidatura di quest’ultimo è sub judice per irregolarità riscontrate nelle sottoscrizioni). A proporre un vero e proprio “patto per le autonomie” sono state l’Anci Lazio, l’Upi Lazio e l’Uncem Lazio ovvero le associazioni che rappresentano, rispettivamente, i Comuni, le Province e le Comunità montane.
La crisi economica ha indebolito il rapporto enti-cittadino
Un’esigenza che parte, come spiegano le tre sigle dalla recessione economica, dall’austerità finanziaria, dall’emergenza pandemica e dalla crisi internazionale che “hanno portato ad un forte accentramento nella gestione delle politiche pubbliche, a livello statale e a livello regionale. Le prolungate crisi economiche, sanitarie e sociali – affermano – hanno prodotto l’aumento del disagio e della sofferenza, con un indebolimento del rapporto tra le persone, i corpi sociali, i territori e le istituzioni”.
Una legge organica che affronti tre priorità
Allora, per Anci, Upi e Uncem, è divenuto fondamentale approntare una legge organica delle funzioni locali e propongono tre punti fondamentali da affrontare: il primo è relativo ai fondi europei, nazionali e regionali disponibili nella prossima legislatura, per assicurare uno sviluppo equo e sostenibile del Lazio:
“Chiediamo – dicono Giuseppe De Righi (Anci Lazio), Gaetano Palombelli (UPI Lazio) e Francesco Chiucchiurlotto (UNCEM Lazio) – che vengano indirizzate in modo complementare a quei territori che non hanno potuto giovare dei fondi del PNRR”. Il secondo punto affronta, invece, l’urgenza di rafforzare la leale collaborazione tra le istituzioni della Regione Lazio“ perché sarà fondamentale il coinvolgimento degli Enti Locali – spiegano – per il miglior utilizzo dei fondi disponibili e il loro monitoraggio sul territorio”.
Terza questione è, infine, quella legata alla necessità di scommettere su un rinnovato sistema regionale delle autonomie locali “innanzitutto in applicazione degli articoli 4 e 5 del TUEL, riordinando le sedi di raccordo istituzionale attraverso la costituzione di una Conferenza Regione – Autonomie Locali, presieduta dal Presidente della Regione Lazio e composta dal Sindaco di Roma, dai sindaci dei comuni capoluogo, dai Presidente di Provincia e dai Presidente delle associazioni regionali delle autonomie locali, un tavolo che permetta un confronto continuo e proficuo tra queste istituzioni, un confronto importante per il futuro delle comunità e dei territori del Lazio”.
Il Patto per le autonomie proposto da Anci, UPI e UNCEM coinvolge quindi tutti gli enti amministrativi del Lazio: dalla Regione, alla Città metropolitana di Roma Capitale, alle Province, a Roma Capitale e ai comuni del Lazio, un patto volto a individuare priorità condivise che valorizzino i principi di autonomia e sussidiarietà.