Centinaia di posti di lavoro in bilico. Quello che sta succedendo alla Reno dei Medici allarma e fa preoccupare. I vertici della cartiera con sede a Villa Santa Lucia, nell’incontro con i sindacati, hanno dichiarato che “la Reno non sarà più l’azienda che è stata fino a questo momento”.
Un periodo già nero alle spalle dell’azienda e dei lavoratori, iniziato mesi fa a seguito degli accertamenti svolti sul depuratore a servizio della cartiera risultato non funzionante. E’ seguito un primo lungo periodo di fermo, poi lo scorso mese di luglio ulteriori verifiche hanno costretto la Procura a sequestrare l’impianto di depurazione. Ne avevamo parlato qui.
La procura di Cassino non si è ancora pronunciata, quindi è ancora tutto fermo. Infatti, con l’ok da quest’ultima, si potrebbe accedere ad altra cassa integrazione. Ma in caso contrario tutto andrebbe bloccato.
La paura però è la chiusura definitiva e quindi le ripercussioni sui lavoratori e sull’indotto stesso. A mali estremi, estremi rimedi, tanto che la situazione sarà portata sul “tavolo” del prefetto di Frosinone – fa sapere Pasquale Legnante, segretario regionale Fistel Cisl: “A prescindere ci sarà una riduzione, visto il 30% di perdita ed il settore in crisi. Dopo aver informato i lavoratori, abbiamo deciso come segreterie sindacali di interessare il prefetto di Frosinone. Nessun condizionamento nei confronti della Procura di Cassino – precisa -, ma la giustizia ha tempi che sono troppo distanti da quelli dell’industria. Sono davvero preoccupato perché dobbiamo limitare i danni pur nella consapevolezza che qualcuno potrebbe in ogni caso perdere il posto di lavoro. Il 19 novembre termina la cigs, non abbiamo molto tempo ancora. Se arriverà l’ok, allora tutto sarà rimesso in gioco e potremo avere spazi di manovra.”