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Rifiuti: rivoluzione a Roma e dubbi in provincia. Anagni: Cardinali e De Angelis alle grandi manovre. L’opzione Gasbarra sulla regione Lazio

Licandro Licantropo
La riforma che ha in mente la Regione Lazio prevede la costituzione degli Enti di gestione degli Ambiti territoriali ottimali (Egato) per l’espletamento del servizio integrato dei rifiuti
Maggio 5, 2022
Daniele Leodori

“Evitare dualismo e sovrapposizione”. Il tema è quello dei rifiuti e Antonio Pompeo, nel ruolo di presidente dell’Upi Lazio, prova ad indorare la pillola fino ad un certo punto nei confronti della Regione. Perché nella fase in cui il Governo dà poteri speciali al sindaco di Roma Roberto Gualtieri per dotare la Capitale di un termovalorizzatore che eviti l’emergenza quando si celebrerà il Giubileo, si gettano le basi per una riforma che rischia (come al solito) di ridimensionare il ruolo dei territori. Intanto però in Ciociaria nessuno parla più di una discarica che manca da oltre un anno.

LA POSIZIONE DI POMPEO

La riforma che ha in mente la Regione Lazio prevede la costituzione degli Enti di gestione degli Ambiti territoriali ottimali (Egato) per l’espletamento del servizio integrato dei rifiuti. Dovranno occuparsi dell’affidamento del servizio di raccolta, dello spazzamento, della realizzazione e della gestione degli impianti, delle tariffe. L’ambito di competenza degli Egato dovrebbe coincidere con il perimetro delle cinque province del Lazio. E qui c’è la prima eccezione, perché Roma Capitale avrà un proprio ente di gestione, diverso e autonomo rispetto a quello di Roma Metropolitana. La norma contenuta nel Decreto Aiuti del Governo Draghi attribuisce al sindaco Gualtieri poteri di fatto commissariali. Dunque, ancora prima che si parta, l’impostazione degli Egato è già saltata. Nessuno fiata naturalmente.

Antonio Pompeo non ci sta, perché la soluzione degli Enti di gestione penalizza i Comuni (che oggi si occupano della raccolta dei rifiuti) e svuota il ruolo delle Province. Infatti il presidente dell’Upi scrive: “E’ apprezzabile che la Regione Lazio abbia avviato l’iter legislativo per ridisegnare la gestione integrata per il ciclo dei rifiuti partendo dal principio dell’autosufficienza dei territori. Sul funzionamento bisogna però evitare il dualismo e la sovrapposizione tra le Province e gli stessi Ato individuati nella proposta di legge.

Da tempo le Province sollecitano la Regione all’individuazione degli Ambiti proprio per evitare quello che è accaduto in passato: è proprio sulla necessità dell’autosufficienza di ciascun Ato che da tempo insisto, affinché ciascun territorio si doti di un proprio impianto di smaltimento per non inficiare i processi degli altri. In questo senso apprezziamo il cambio di passo di Roma Capitale”.

In realtà Pompeo sta dicendo soprattutto un’altra cosa: la nuova formula della Regione commissaria le Province e i Comuni in tema di rifiuti. Non può valere la logica del doppiopesismo: carta bianca a Roma, cartellino giallo (con il rosso in agguato) per le province. Ragionamento assolutamente condivisibile. Ma per essere ancora più autorevole ed efficace, Antonio Pompeo (stavolta come presidente della Provincia di Frosinone) dovrebbe accelerare sull’individuazione di una discarica. Da più di un anno non c’è e l’immondizia dei ciociari viene portata a Viterbo. Quando Pompeo rileva che “ciascun territorio si doti di un proprio impianto di smaltimento per non inficiare i processi degli altri”, non può non considerare pure questo aspetto. Il ciclo dei rifiuti della provincia di Frosinone si è bruscamente interrotto da oltre dodici mesi. E nessuno si pone il problema da queste parti. Si aspetta lo studio del Politecnico di Torino sui siti potenzialmente idonei. E’ un modo per non assumersi la responsabilità di una decisione politica oltre che tecnica.

COMUNE CHE VAI, CAMPO LARGO CHE TROVI

Al Comune di Anagni il Movimento Crescita Comune, LiberAnagni gruppo civico, Comitato Possibile Anagni e Sinistra Italiana Anagni hanno nella sostanza sbattuto la porta in faccia al Pd. Solo che dalle parti del Campo largo hanno tirato un sospiro di sollievo. Perché in questo modo il vicepresidente della Provincia Alessandro Cardinali e il capo dei Democrat Francesco De Angelis possono costruire una coalizione più centrista in previsione delle elezioni comunali. Piena di liste civiche.

Anzi, secondo i ben informati il passaggio successivo sarà quello di cercare di aprire un canale di confronto pure con Guglielmo Rosatella e Pierino Naretti. Cercando di tenere insieme un fronte molto ampio, da Stefano Marzioli a Valeriano Tasca. Per la candidatura a sindaco è in ascesa il nome dell’imprenditore Domenico Beccidelli. Il sindaco Daniele Natalia naturalmente è pronto a rispondere colpo su colpo. Ma deve fare i conti con i malumori del centrodestra. La vera spada di Damocle però è rappresentata dalle intenzioni di Franco Fiorito: si candiderà a sindaco? Nel borsino delle ultime settimane si è passati dal “sicuramente no” al “ci sta pensando seriamente”. Fino all’attuale “può darsi davvero”.

LEODORI IN POLE POSITION, MA….

Passando alle prossime elezioni regionali, il vicepresidente Daniele Leodori resta il grande favorito nel centrosinistra. E ieri sera, in un evento tenutosi in una polisportiva romana, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha chiaramente detto che qualora venissero organizzate le Primarie, lui ci sarà “Per non disperdere l’esperienza Zingaretti”.

Però c’è un però che si chiama… Enrico Gasbarra. Il suo nome sta riprendendo quota. Essenzialmente per due motivi. Intanto nel Pd si comincia a considerare lo scenario senza i Cinque Stelle. Giuseppe Conte a livello nazionale ha iniziato l’operazione sganciamento, a Roma l’ex sindaca Virginia Raggi sta “bombardando” l’asse creato da Roberta Lombardi con Nicola Zingaretti. Gasbarra è estraneo alle logiche “giallorosse”. Leodori e D’Amato no. Inoltre l’ex presidente della Provincia di Roma rappresenterebbe una soluzione di equilibrio perfino per la giunta di Nicola Zingaretti perché eviterebbe una scelta drastica proprio tra Leodori e D’Amato.

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