La settimana prossima Forza Italia deciderà cosa fare alla Regione Lazio. Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale del partito, ha già annunciato la richiesta di una verifica della situazione politica per arrivare ad un rimpasto di giunta. Gli “azzurri” guardano ai numeri: il gruppo è arrivato a contare 7 consiglieri, 8 se si considerare l’intesa con Noi Moderati. Esprimendo però lo stesso numero di assessori (2) di una Lega ridotta ad un solo esponente. In Forza Italia sono arrivati Angelo Tripodi e Pino Cangemi, entrambi ex Lega. Sono proprio loro a spingere per cambiare gli assetti.
Ma il Carroccio non è disposto a cedere. Il sottosegretario Claudio Durigon e il segretario regionale Davide Bordoni obiettano che per il Lazio deve valere soltanto il risultato delle regionali del febbraio 2023. Altrimenti tutti si sentirebbero legittimati a cambiare casacca per ottenere un assessorato. Non ci sono possibilità di trattativa su questo punto tra Forza Italia e Lega. Dal canto suo il Governatore Francesco Rocca non intende rappresentare lui l’anello debole della catena. Probabilmente chiederà al gruppo di Fratelli d’Italia (22 consiglieri) di sostenerlo su qualunque tipo di linea assumerà. Da settimane circolano ricostruzioni più o meno attendibili. Forza Italia vuole il terzo assessorato, per il quale potrebbero essere in corsa Rossella Chiusaroli (prima dei non eletti alle europee nella circoscrizione Centro) e Gianluca Quadrini, capogruppo alla Provincia. Nel mirino ci sarebbe Pasquale Ciacciarelli, che pensava di poter sbandierare ben altro risultato di Mario Abbruzzese alle europee. C’è un altro scenario (che però non trova conferme): Antonello Aurigemma (Fratelli d’Italia) assessore, Pino Cangemi (Forza Italia) proposto come presidente del consiglio. Oppure si potrebbe attendere che diventi legge la proposta di istituire una sorta di 4 sottosegretari.
Il fatto è che Claudio Fazzone non intende aspettare chissà quanto tempo. Non è da escludere un faccia a faccia con il ministro degli esteri e segretario nazionale del partito Antonio Tajani per concordare una linea condivisa dall’intero partito. Guardando all’orizzonte nazionale: diverse Regioni andranno alle urne, il “cappotto” del centrosinistra ai ballottaggi nei capoluoghi di regione è un campanello d’allarme che non va sottovalutato. Certo che però esiste un fronte visibile, di forte contrapposizione tra Lega e Forza Italia. Il sorpasso alle europee ha ulteriormente esacerbato i toni. Al Comune di Frosinone, per esempio, la situazione non è tanto diversa. Nelle prossime ore è in programma un incontro tra il sindaco Riccardo Mastrangeli (in quota Carroccio) e il gruppo degli “azzurri”, intenzionati a chiedere l’azzeramento della giunta. Comunque vada a finire è un elemento che lascerà il segno. Il grande assente, specialmente in Ciociaria, è un centrodestra che neppure prende in considerazione l’idea di una riunione per guardarsi in faccia e chiarire una volta per tutte. Non soltanto a Frosinone, visto che ci sono pure altre situazioni e realtà dove sarebbe opportuno un “tagliando”. Per esempio al Comune di Alatri, ma pure alla Provincia dove i tre partiti (FdI, Lega e Forza Italia) vanno avanti ognuno per conto proprio. Nessuno però assume l’iniziativa.
Nel Partito Democratico Francesco De Angelis annuncerà presto il passaggio della sua corrente in AreaDem di Dario Franceschini. Una svolta che ha avuto la “benedizione” del segretario regionale Daniele Leodori, il quale ha di che essere soddisfatto per la vittoria del centrosinistra nei tre Comuni al ballottaggio: Civitavecchia, Palestrina, Tarquinia. Leodori è tra quelli che hanno appoggiato Elly Schlein sin dall’inizio ed è l’uomo di punta della componente di Franceschini. Si sta rafforzando sia all’interno del partito che nei territori. Ha una strategia precisa, di crescita costante senza farsi troppo notare. In un momento in cui nel centrodestra domina la contrapposizione frontale tra Forza Italia e Lega.