Elezioni a parte, il dibattito politico si va concentrando sullo status istituzionale di Roma Capitale ma anche dell’assetto istituzionale della Regione Lazio.
Quando negli anni 2000, la Giunta di centrodestra, dopo aver fatto inserire nel titolo V il terzo comma dell’articolo 114 con la previsione di Roma Capitale, propose lo status di Roma città Regione come Berlino, e fu inserita una norma simile nella devolution che non venne approvata con il referendum confermativo.
Nella scorsa legislatura grazie ad alcune proposte di legge costituzionali presentate, da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pd, insieme al contributo della commissione su Roma Capitale istituita dall’allora Ministro Gelmini, si era arrivati a portare in Aula parlamentare un testo per lo status di Roma Capitale, che si arenò alla prima seduta per lo scioglimento anticipato della legislatura.
ROMA CAPITALE, TESTO CON TANTE INCOGNITE
Il nuovo testo assegnava a Roma Capitale il potere legislativo della Regione nelle materie concorrenti o residuali, tranne la sanità, ma l’elenco delle materie da trasferire doveva essere stabilito d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato con una legge ordinaria approvata a maggioranza assoluta delle Camere. Un processo più ordinato rispetto al testo iniziale, ma con un testo che lasciava l’ente diviso in due e con due differenti competenze, con seri problemi istituzionali e di democrazia rappresentativa.
Roma Capitale non diventava Regione, restava Comune con i poteri legislativi, e allo stesso tempo la città metropolitana era sottoposta alla legislazione della Pisana. Due enti con lo stesso Sindaco ma con un territorio sul quale vigono norme differenti.
Inoltre, problema più complesso, il Consiglio Regionale restava quello di adesso, con gli eletti di Roma Capitale che sono la maggioranza. Per cui avremmo il paradosso che Roma capitale legifererebbe autonomamente sul proprio territorio e attraverso la sua maggioranza in Consiglio regionale anche sugli altri territori delle altre province. Non resta che sperare nel legislatore affinchè dia solo alla Capitale lo status di Città metropolitana. Successivamente servirà una proposta costituzionale che dia a Roma Capitale i poteri legislativi e alla Regione lo status di Regione a Statuto speciale.