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Roma, corruzione e contrabbando: arrestate 15 persone tra cui 5 militari dell’Aeronautica. Quattro milioni di beni sequestrati

Martina Arduini
Luglio 18, 2023

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito delle articolate indagini in materia di corruzione e contrabbando di carburanti, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno arrestato 15 persone e sequestrato beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie (tra cui contanti, conti correnti, auto, terreni, 4 distributori di carburanti e una villa con piscina) per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, hanno consentito di ricostruire un
traffico illecito di combustibili per autotrazione per oltre 7 milioni di litri da parte di imprenditori attivi nel settore dei carburanti tra Anzio (RM), Albano Laziale (RM), Aprilia (LT) e Lanuvio (RM), oggi posti sotto sequestro.

Durante le indagini è stato accertato che gli indagati avevano ideato curiosi sistemi di frode.
In una prima fase, è emerso come, con cadenza settimanale, alcune autobotti si sarebbero recate in Germania dove avrebbero prelevato combustibile che veniva dichiarato in importazione come “olio lubrificante”, evadendo quindi l’IVA e l’accisa previste per i carburanti. Il prodotto, che in realtà era a tutti gli effetti gasolio per autotrazione, arrivato in Italia, veniva prima travasato in un’altra autocisterna e poi distribuito alle pompe stradali di Anzio, Albano Laziale, Aprilia, alterando così la concorrenza del mercato con prezzi più bassi.

Coinvolti anche militari dell’Aeronautica Militare

Successivamente, nel periodo in cui il conflitto russo-ucraino aveva portato all’aumento vertiginoso dei prezzi e all’abbassamento del carico fiscale sulle accise, gli imprenditori si erano riorganizzati ricevendo il carburante direttamente dalla base di Pratica di Mare grazie ad accordi corruttivi intrattenuti con 5 sottufficiali dell’Aeronautica Militare in servizio presso il locale Reparto Carburanti.

Nel dettaglio, in tale contesto è stato accertato che i militari, invece di rifornire di “Jet Propellant 8” (gasolio speciale utilizzato appositamente per i velivoli militari) gli aerei dell’Arma Aeronautica presenti presso l’aeroporto militare, lo avevano venduto clandestinamente agli imprenditori gestori dei tre distributori di Anzio, Albano Laziale e Aprilia.
Per fare questo, avevano alterato il meccanismo di pesatura delle cisterne grazie ad un “crick” posto sotto la pesa in grado di alleggerire a piacimento il peso delle cisterne in uscita dalla base di Pratica di Mare.

Tale sistema ha permesso di non effettuare lo scarico completo delle cisterne in entrata e di smerciare
successivamente la rimanenza di prodotto ai distributori stradali compiacenti.
I militari infedeli, per il loro operato, hanno ricevuto in contanti, direttamente dagli autotrasportatori, circa 1 euro per ogni litro di carburante trafugato, mentre il gasolio veniva consegnato da questi ultimi direttamente presso i singoli distributori.

Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, che ai tre distributori coinvolti se n’è aggiunto un quarto, che ha ricevuto il JP-8 direttamente da parte di uno dei militari arrestati, il quale ha riempito quotidianamente il baule della propria vettura di taniche piene di carburante per poi consegnarle “a domicilio” a un gestore di Lanuvio.

In questo caso il responsabile della pompa, anche lui arrestato, ha provveduto a distrarlo nelle cisterne dell’impianto. Inoltre, gli imprenditori che gestivano le pompe di Anzio, Albano Laziale e Aprilia, avevano stretto accordi commerciali anche con un deposito di carburanti di Ariccia (RM), che tramite fatture false e altri artifici contabili, è riuscito a procurare loro ulteriore gasolio di contrabbando.

Tra i quindici arrestati, oltre agli imprenditori gestori dei 4 distributori coinvolti e ai cinque militari
dell’Aeronautica, figurano il rappresentante legale del deposito di carburanti, gli autisti delle cisterne e i tecnici della manutenzione delle colonnine dei distributori
, che, d’accordo con gli imprenditori, alteravano i contatori dove il prodotto di provenienza illecita veniva versato.

Per tutti loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, ad eccezione di un indagato, cui è stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di Aprilia.

Il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza.
L’Aeronautica Militare ha costantemente fornito il proprio contributo per disvelare gli illeciti oggetto delle
indagini e per individuare i soggetti responsabili.
Le indagini della Procura della Repubblica di Velletri e delle Fiamme Gialle nettunesi si inquadrano nella più ampia azione della Guardia di Finanza a contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e degli illeciti economico-finanziari che danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

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