Nel piano regolatore generale della Capitale sarà possibile vietare l’apertura di nuovi bed & breakfast nelle zone dove i residenti, ormai, sono diventati minoranza. Lo ha dichiarato il presidente della commissione speciale Pnrr, Giovanni Caudo. Il capogruppo capitolino di Roma futura vuole riproporre nella Capitale il modello della città catalana, che vieterà gli affitti brevi entro il novembre del 2028. Una scelta che ha trovato l’approvazione anche della ministra per le Politiche abitative del Governo spganolo. Caudo ha spiegato che Barcellona “punta a proibire gli alloggi offerti da piattaforme turistiche quando questo tipo di servizio entra in conflitto con il diritto di accesso alla casa, diritto primario per ogni persona che non può sottostare alle sole regole del business”.
I DATI SUGLI AFFITTI BREVI
A Roma si contano circa 29.000 annunci di affitti brevi, la maggior parte dei quali nel centro storico. Secondo i dati dell’anagrafe di Roma, solo nel I municipio si è registrato un calo del 38% degli abitanti. Peggio è andato a Trastevere, con un ribasso del 45%. Gli appartamenti, una volta abitati dai romani, vengono ora utilizzati per fare soldi con i turisti oppure trasformati in uffici: “Un problema che si sta verificando anche a Roma – dice Caudo in una nota – con dimensioni sempre più ampie, tanto che in molti quartieri – in particolare nel centro storico – sta già determinando conseguenze fortemente negative per quella parte di comunità che vi risiede. È fondamentale sottolineare che questo tipo di affitto turistico non va proibito, ma sicuramente ha bisogno di essere regolato”. Il gruppo di Roma Futura, proprio di recente ha presentato e condiviso con la maggioranza e l’assessore Veloccia due modifiche, già ribattezzate “norme anti b&b”, da inserire alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale, documento col quale si disegnano il presente ed il futuro della città. Una riguarda gli uffici. L’altra, invece, i bed & breakfast ed ha l’obiettivo di “arginare lo spopolamento del centro storico di Roma” prevedendo “la possibilità di vietare questo tipo di alloggi nelle zone della città dove è compromessa la residenzialità stabile e si riducono a minoranza i residenti”. L’idea è quella di limitare i cambiamenti di destinazione d’uso “con particolare riguardo ai bed and breakfast, affittacamere e case per vacanze”.