Un flirt svanito sul più bello. Proprio ad un passo dall’altare. La tempesta giudiziaria che ha travolto Sabaudia sul piano politico avrebbe sortito come principale effetto quello di cancellare un’intesa di massima fra l’ex sindaca Giada Gervasi e la Lega. I rumors si sono fatti insistenti proprio nei giorni che hanno preceduto gli arresti nell’ambito dell’Operazione Dune. La Gervasi sarebbe stata in procinto di chiudere il cerchio dell’alleanza il Carroccio locale. Nulla di improvvisato, ma semmai il coronamento di un lungo corteggiamento, durato svariati anni.
La Lega appena 4 anni fa sostenne la candidatura di Giada Gervasi alla carica di presidente della Provincia di Latina. Una decisione che venne presa in un periodo caratterizzato dalla ‘diarchia’ dei parlamentari Francesco Zicchieri e Claudio Durigon. Pur mancando il successo Giada Gervasi vide accrescere il proprio appeal in tutto il centrodestra. Persino all’interno di Forza Italia c’era chi ad inizio 2019 guardava con un certo interesse la scalata di una civica, da sempre su posizioni moderate di centro.
Ma soprattutto il vertice locale degli azzurri non ha mai visto di buon occhio una possibile convergenza con la sindaca, tanto da allontanare le indiscrezioni circolate nel gennaio di tre anni fa sulla presunta liaison.
Negli anni più recenti il rapporto fra la Lega e Giada Gervasi è rimasto più che cordiale, alimentando le voci su un accordo in vista delle elezioni della prossima primavera.
Dopo la retata sarebbe calato il silenzio. In particolare il Carroccio sembra essere rimasto senza fiches da giocare sul tavolo della partita elettorale. L’opzione civica ha di fatto disilluso anche i vertici della Lega, convinti probabilmente di andare a segno appoggiando il primo cittadino uscente.
Declino dei civici e Lega in panne
Eppure, anche a Sabaudia (come a Latina d’altronde) il civismo non sembra aver prodotto risultati incoraggianti sul piano amministrativo. E’ mancata la svolta tanto attesa dai cittadini, che si auguravano un cambiamento nel modo di governare.Soprattutto appare evidente la crisi irreversibile del civismo. Inteso inizialmente come costruzione dal basso, attraverso il ruolo dell’associazionismo di coalizioni locali caratterizzate da scelte programmatiche chiare e coerenti. Oggi un po’ ovunque sembrano prevalere interessi personalistici di corto respiro. Nel caso specifico la Lega pare aver sbagliato i tempi della mossa politica, finendo per cacciarsi in un vicolo cieco dal quale farà fatica ad uscirne.