“Sulla Sanità, la Regione Lazio deve invertire la rotta. Così non va”. La sigla sindacale Cisl va testa bassa contro la gestione della salute nel Lazio e sottolinea tutte le criticità registrate: “Non sempre rispettati gli accordi sulle proroghe ai precari e sul Piano di assunzioni. I tempi delle liste di attesa sono sempre più biblici e il sottorganico è una piaga. Sulle RSA, poi, siamo cronicamente in ritardo. Bisogna intervenire in fretta. La Cisl non starà a guardare. Non vorremmo che, terminata la pandemia (ancora non lo è) si tornasse a situazioni lontane dalle esigenze delle persone e della sanità”.
“Non ci sono risposte univoche sulla proroga dei contratti per i precari e ancora oggi molte aziende sanitarie non hanno effettuato le proroghe dei contratti – spiega il sindacato in una nota -. Non erano queste le intese: fra l’altro parliamo di figure professionali che sono state fondamentali nella lunga fase dell’emergenza pandemica. Persone e lavoratori che hanno garantito con impegno, professionalità e abnegazione la tenuta dei percorsi di cura e di assistenza. Che fine ha fatto il rispetto del piano di rafforzamento del servizio sanitario del Lazio? Vale la pena ricordare che il 22 aprile scorso è stato firmato un accordo sulle proroghe dei contratti e sulle stabilizzazioni dei precari. Con un punto chiarissimo: questi contratti dovevano essere prorogati fino al 31 dicembre 2022. La politica di procedere al rispetto di queste intese a macchia di leopardo e con tempi troppo dilatati non può assolutamente andare bene. In ogni caso non sta bene alla Cisl”.
Liste d’attesa
“Il tema e il problema è sempre il medesimo: tempi biblici per esami diagnostici che andrebbero effettuati in modo rapidissimo come risonanze magnetiche, tac, ecografie, visite gastroenterologi e tutto il resto. Per non parlare del peso che il Covid ha avuto in temi delicati come i controlli ai quali devono sottoporsi i malati oncologici”.
Emergenza nei pronto soccorso
“Per non parlare delle situazioni nelle quali versano quasi tutti i Pronto Soccorso del Lazio: con pazienti che restano giorni in attesa di un trasferimento al reparto, con medici e infermieri sottoposti a turni massacranti. Sono condizioni non compatibili con un Paese civile. Dopo oltre due anni di pandemia il personale è ridotto allo stremo e soltanto un Piano di assunzioni e intanto un rinnovo totale del contratto ai precari possono consentire un servizio all’altezza della situazione. Spiace constatare che eravamo stati facili profeti”.
Nodo assunzioni
“Il personale manca nelle dotazioni organiche di tutte le Asl del Lazio. Servono medici, infermieri, tecnici di radiologia, di laboratorio, della prevenzione, servono operatori socio-sanitari, servono figure di tipo amministrativo. Per questo avevamo giudicato assolutamente prioritaria la stabilizzazione del personale in servizio, con riferimento ai precari che, lo ripeto ancora una volta, sono stati fondamentali nella fase di pandemia. Il sottorganico è una piaga della sanità laziale. Le risposte non stanno arrivando. Anzi, quelle che arrivano vanno in direzione contraria. Siamo preoccupati e a questo punto chiediamo alla Regione Lazio di invertire la rotta rapidamente. Cominciando a far rispettare gli accordi nelle aziende sanitarie e a procedere lungo la strada che avevamo concordato con un grande piano assunzionale che vada a colmare i grandi vuoti di organici causati dal lungo commissariamento della Sanità Laziale e che sarà necessario per mettere in atto quanto previsto dal PNRR per il rafforzamento della sanità del territorio che il Covid ci ha evidenziato essere insufficiente”.