L’assessore alla Sanità del Lazio e candidato governatore del centrosinistra, Alessio D’Amato, critica il governo Meloni per l’esiguità – a suo dire – delle risorse previste nella nuova manovra finanziaria per il comparto sanitario.
Ma la Lega non gradisce le esternazioni di chi, negli ultimi 10 anni, ha avuto importanti ruoli di responsabilità nella gestione della sanità regionale e conseguito – a dire del Carroccio – risultati pessimi.
SANITA’ LAZIO: LE CRITICHE DI D’AMATO ALLA MANOVRA
La prima stoccata arriva dal candidato presidente: “Le risorse che sembrerebbero essere destinate alla sanità sono assolutamente insufficienti ed inadeguate – ha dichiarato all’Ansa D’Amato, dopo aver inteso i primi numeri contenuti nella manovra targata Meloni -, ad oggi le Regioni hanno un buco di 3,8 miliardi di euro per i costi Covid e di circa 2 miliardi per l’aumento dei costi energetici”.
Per l’esponente del centrosinistra, quindi, sarebbe necessaria una vera e propria terapia d’urto, in grado di riportare il Servizio sanitario nazionale ai livelli di finanziamento europei.
“Credo sia utile riaprire la discussione sull’utilizzo dei fondi del MES – dice l’assessore regionale del Lazio -, che corrispondono proprio alla esigenza di rafforzare strutturalmente il nostro sistema e prepararlo alle nuove sfide”.
LA REPLICA DI GIANNINI (LEGA): NEL LAZIO, SANITÀ IN GINOCCHIO
Ma a stretto giro arriva la replica del consigliere di opposizione alla Pisana, Daniele Giannini (Lega), che attacca D’Amato, ricordandogli la triste situazione in cui sta per lasciare la sanità laziale: “Fanno davvero sorridere gli attacchi di Alessio D’Amato sulla presunta esiguità di fondi alla sanità da parte del governo di centrodestra nella finanziaria. Dà lezioni proprio lui che in cinque anni ha ridotto il sistema sanitario del Lazio a una frenetica corsa al privato, con mesi di attese per effettuare un esame diagnostico o un intervento nel pubblico”.
Giannini, membro della Commissione Sanità regionale, aggiunge: “Sentire l’ex assessore affermare che ‘il Covid non ci ha insegnato nulla’ – prosegue – è veramente il colmo. Ricordano tutti gli scandali milionari sulle mascherine e le ambulanze ferme, senza barelle per scaricare i pazienti, davanti ai pronto soccorso della nostra regione, stracolmi di malati, ancora a un anno e passa dalla fine della fase emergenziale della pandemia.
Tra l’altro – spiega ancora il consigliere – il Fondo sanità, nella finanziaria, cresce di 2 miliardi nel 2023 e arrivano, in più, centinaia di milioni per l’acquisto di farmaci e per le indennità dei pronto soccorso. Altro che ‘difendere il lavoro fatto da Zingaretti’, dieci anni di Pd hanno lasciato il SSR nel baratro, tra decine di strutture e presidi chiusi e – conclude Giannini – cittadini costretti a spendere migliaia di euro per curarsi in tempo, prima che sia troppo tardi”.