Risultati scadenti e una bocciatura quasi totale. L’ultimo rapporto dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) che ha valutato le performance manageriali delle aziende ospedaliere pubbliche fa molto discutere e, soprattutto, fa capire che c’è ancora molto (ma molto!) da fare.
Meno di una su 5 raggiunge alte performance
Dal rapporto stilato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali emerge, infatti, un quadro preoccupante: nel triennio 2019-2021 meno di un’azienda ospedaliera su 5 ha raggiunto i livelli di performance richiesti. Solo 5 regioni (Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche) vengono promosse, dal Lazio in giù, invece il quadro è preoccupante.
Il commento del segretario nazionale Codici
Sull’argomento è intervenuta l’associazione Codici, da anni impegnata nell’assistenza dei diritti dei cittadini anche in ambito sanitario. Il segretario Ivano Giacomelli commenta: “Le analisi di Agenas sono senza dubbio importanti e ci auguriamo spingano chi di dovere a adottare le necessarie contromisure. Nel periodo sotto osservazione (2019-2021), meno di un’azienda ospedaliera su cinque ha raggiunto alti livelli di performance (17%), più della metà si è attestata su livelli medi (60%), mentre più di una su cinque non ha superato il limite degli obiettivi da raggiungere (23%)”.
Trenta Aziende ospedaliere monitorate
In totale sono state verificate 30 Aziende Ospedaliere Universitarie e 23 Aziende Ospedaliere. È bene precisare che per la prima volta Agenas ha valutato la capacità di raggiungere obiettivi assistenziali, ovvero esiti delle cure ed accessibilità ai servizi. Per ogni area sono state individuate delle sotto aree e degli indicatori specifici, come ad esempio tempi di attesa ed efficienza.
Il metodo di valutazione
“Le aziende – dice Giacomelli – sono state divise sulla base del numero di posti letto disponibili, parametro utilizzato anche per la verifica del personale, oltre alla qualità di macchinari ed attrezzature. Bisogna sottolineare che nel periodo analizzato c’è stata la pandemia, che ha influito, ma non solo negativamente. Se è vero che il numero di aziende con alti livelli di performance si è praticamente dimezzato rispetto al 2019, è altrettanto vero che in alcuni casi si sono registrati progressi importanti. Quindi l’emergenza Covid non può essere un alibi. Il quadro generale è desolante”.
Solo 5 regioni “promosse” e il Lazio non c’è
“Il rapporto dell’agenzia ha messo a nudo i gravi limiti della sanità – dice ancora Giacomelli -. Lo diciamo non solo riferendoci ai dati sulle prestazioni delle aziende, ma anche per la distribuzione territoriale. I risultati positivi, infatti, si sono concentrati in cinque regioni, ovvero Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche, mentre dal Lazio fino alla Sicilia, passando per Campania e Calabria, si registra una situazione allarmante. C’è tanto lavoro da fare e ci auguriamo che venga svolto in fretta, perché è in strutture inefficienti che colpisce la malasanità, nonostante il tentativo di negarla, demonizzando chi denuncia, ovvero i pazienti ed i loro familiari”.