Si registra nelle strutture di Latina e provincia un preoccupante aumento di aggressioni fisiche nei confronti del personale sanitario. “È notizia di questi giorni l’escalation di aggressioni fisiche che il personale sanitario sta subendo nella nostra provincia, a conferma della triste tendenza nazionale. La Cisl Medici di Latina, supportata in questo da tutta l’organizzazione sindacale della Cisl, condanna l’accaduto e ribadisce il diritto che ha tutto il personale sanitario di operare in sicurezza nell’adempimento del proprio dovere» si legge in una nota firmata dal Dott. C. Iandolo, Segretario Provinciale Cisl Medici di Latina. «Non smetteremo mai di fornire solidarietà a chi subisce violenza mentre dedica la propria vita alla cura del prossimo e non smetteremo mai di lottare per il diritto all’incolumità degli stessi, condizione imprescindibile”.
Il Segretario Provinciale di Latina della Cisl Medici, Dott. Ciriaco Iandolo, sollecita l’Azienda Asl affinché vengano approntate tutte le misure possibili di prevenzione e protezione a salvaguardia dei dipendenti, con l’auspicio che si concretizzino alcune delle proposte già formulate nel passato dalla Cisl Medici (dal posto di Pubblica Sicurezza fisso h24 nelle strutture sanitarie all’obbligo di Costituzione di parte civile del Datore di Lavoro), atte a dissuadere dal compiere gesti di violenza e a tutela degli operatori.
I FATTI PIU’ RECENTI
Nei giorni scorsi i fatti di cronaca hanno riproposto il tema delle aggressioni ai sanitari. In particolare l’episodio degli infermieri aggrediti al Pronto soccorso dell’ospedale santa Maria Goretti di Latina, da un uomo di 45 anni che ha afferrato l’asta usata per le flebo colpendo i due operatori. Con i due sanitari che hanno riportato ferite guaribili in 7 e 10 giorni. L’episodio però non è l’unico avvenuto di recente, che mette di nuovo in primo piano la questione della sicurezza del personale in ospedale, specie al pronto soccorso, e più in generale nelle strutture sanitarie.
A Terracina infatti sono stati aggrediti operatori del Cup. Sul caso è intervenuta anche la Fp Cgil: “Il Pronto Soccorso dovrebbe disporre di idonei locali in cui far confluire utenti esagitati o potenzialmente pericolosi. Non è possibile continuare a gestire le criticità in un regime di promiscuità mettendo a rischio lavoratori e utenti. È urgente attivare tutte le misure necessarie per far operare in sicurezza i lavoratori”.