Ecco perché la Meloni ha attaccato Elly Schlein sul palco di Atreju: il giorno prima era stato Giuseppe Conte a dire di non avere alleati…
E sull’Europa la posta in palio è quella della liberazione dai condizionamenti durati 80 anni.
Ha chiuso l’edizione dei record di Atreju e ha aperto una campagna elettorale che si snoderà attraverso il referendum sulla giustizia e poi nei tanti appuntamenti che precederanno le politiche del 2027. Giorgia Meloni, presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia, ha toccato diversi temi nel suo intervento alla kermesse dell’organizzazione giovanile del partito.
Due passaggi in particolare meritano una sottolineatura. Il primo riguarda la politica interna. Giorgia Meloni ha attaccato frontalmente Elly Schlein, segretaria del Pd. Così: “Chi è orgoglioso di sé stesso non teme mai l’altro. Voglio ringraziare i tanti leader dell’opposizione che hanno partecipato, e voglio ringraziare anche Elly Schlein, che con il suo nannimorettiano “mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo”, ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il presunto Campo Largo lo abbiamo riunito qui noi e l’unica che dovrebbe federarlo non si è presentata”.
Ma perché questo passaggio? Tommaso Cerno, neo-direttore del Giornale, nei giorni scorsi stava intervistando Giuseppe Conte sul palco di Atreju. A un certo punto gli ha chiesto: «Siete alleati con i partiti islamisti che stanno spuntando in Italia?». E il leader del Movimento Cinque Stelle ha risposto: «Noi non siamo alleati con nessuno, nemmeno con le forze progressiste». Una presa di posizione che ha spiazzato e infastidito il Partito Democratico. Al punto che Francesco Boccia, braccio destro della Schlein, gli ha risposto a distanza: “Gli ricordo che prima non governava nessuna Regione e ora ne governa due, che ha contribuito a vincere in altri due territori che prima erano a destra. La coalizione c’è. Ci vuole rispetto per tutti i partiti che ne fanno parte”.
Alle regionali il Campo Largo c’è stato, ma in Campania senza il sostegno di Vincenzo De Luca e Clemente Mastella, Roberto Fico non ce l’avrebbe fatta. Sempre in Campania i Cinque Stelle non hanno propriamente “sfondato”. Ma soprattutto non è affatto definita la partita della leadership. Giuseppe Conte non ha rinunciato all’obiettivo di essere lui il candidato premier, anche se il Pd ha più voti.
Giorgia Meloni sa che è questo il punto debole della coalizione avversaria e ha voluto sottolinearlo.
Poi c’è quella parte di politica estera che attiene al profilo dell’Europa. Ha sostenuto la Meloni: “Ci sono valutazioni allarmate in questi giorni perché Trump ha detto che vuole disimpegnarsi nell’Unione Europea. Che dire? Buongiorno Europa. Per 80 anni abbiamo appaltato la nostra sicurezza agli Usa, fingendo che fosse gratis, ma non lo era, il prezzo da pagare era il condizionamento, e noi che al contrario di altri non abbiamo mai amato le ingerenze straniere, abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima servitù. Perciò abbiamo parlato in tempi non sospetti di rafforzare la nostra sicurezza, creare una colonna europea della Nato, in grado di parlare con tutte le potenze del mondo. Che significa anche rafforzare il legame con gli Usa, ma in un dialogo tra pari”.
E’ una visione di Europa alternativa e moderna. Infatti la Meloni ha spiegato il suo ragionamento. Affermando: “Siamo diventati anche un punto di riferimento per milioni di europei per chi non si rassegna a un’Europa ideologica, burocratica, distante dai bisogni dei cittadini. E saranno sempre di più perché non ci rassegniamo all’idea che l’Europa venga raccontata come un pachiderma inutile, l’Europa è una civiltà viva, che non chiede il permesso di esistere, neanche alle istituzioni che la governano. E finché la difenderemo nessuno potrà ridurla a una caricatura. Ecco perché ringrazio tutti i rappresentanti della delegazione internazionale che è stata con noi a Roma, stiamo lavorando al Parlamento europeo per costruire maggioranze alternative, perché che ci piaccia o no non possiamo prescindere dal cercare soluzioni in Europa”.
Il punto politico è esattamente questo, in entrambi i livelli. Sul piano interno Giorgia Meloni punta a vincere le prossime elezioni. Mentre in Europa ha l’obiettivo di cercare di cambiare gli equilibri nell’ambito delle dinamiche democratiche del Parlamento.
Il Partito Democratico e il centrosinistra faticano a riconoscere alla presidente del consiglio e leader di Fratelli d’Italia una piena legittimazione democratica, che invece è nei fatti e soprattutto è nel voto di tanti italiani. Ed è esattamente questo il motivo che consente a Giorgia Meloni di parlare di “sinistra che rosica”. Portando la contesa politica sul suo terreno preferito.
