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Si fa presto a dire programma

Massimo Pizzuti
Lo strano caso del Comune di Frosinone: nessuna volontà di “recuperare” gli 8 consiglieri di centrodestra che si sono allontanati perché al primo posto viene il programma. Ma intanto si pensa di “imbarcare” altri esponenti eletti nelle opposizioni e che avevano quindi sottoscritto un altro… programma.
Gennaio 7, 2025
Riccardo Mastrangeli, sindaco di Frosinone

La linea (consolidata) a Frosinone è sempre stata quella di lasciar correre, di fare finta di nulla, di andare avanti comunque. Solo che stavolta la situazione è diversa perché a distanza di oltre un mese, il presidente del consiglio comunale Massimiliano Tagliaferri non ha ricevuto alcuna risposta. Lui non tornerà indietro, il sindaco Riccardo Mastrangeli non sembra intenzionato né ad azzerare la giunta né ad avviare una verifica o un confronto per capire come (e con chi andare avanti).
Intanto al Comune proseguono i riposizionamenti. Nei giorni scorsi Cinzia Fabrizi ha aderito alla Lista Ottaviani. Era stata eletta in Forza Italia: poi in estate è entrata in rotta di collisione con il gruppo, formato da Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia, in occasione della verifica che ha portato gli “azzurri” all’appoggio esterno dopo la decisione del sindaco Riccardo Mastrangeli di tenere Adriano Piacentini in giunta come tecnico di sua fiducia. In due anni e mezzo gli assetti della maggioranza sono profondamente cambiati. Non soltanto per gli 8 “dissidenti” che si sono allontanati, ma anche per gli equilibri. Alla Regione Lazio Francesco Rocca ha dimostrato che è possibile continuare a fare riferimento ai risultati determinati dagli elettori senza stravolgere la giunta. Dando però soddisfazione a chi ha comunque rafforzato la coalizione. Rocca è riuscito a farlo grazie al senso di responsabilità dei partiti del centrodestra e di leader come Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia), Claudio Durigon (Lega). Al Comune di Frosinone, invece, lo sport preferito della maggioranza (nessuno escluso) è quello di “sparare sull’alleato”. Si è arrivati ad un punto nel quale servono anche delle decisioni politiche. Proprio perché il 2025 sarà, come non perde occasione di sottolineare Mastrangeli, l’anno delle opere pubbliche: dal rifacimento dei Piloni alla piazza dello Scalo. Da quindici mesi il riferimento è esclusivamente al programma. Chi lo ha sottoscritto e si è allontanato dal perimetro della coalizione (gli otto “dissidenti”) per il Sindaco sbagliano. Dunque, non vanno recuperati. Nel frattempo però nella coalizione che lo sostiene ci sono già tre persone che erano state elette nella coalizione di centrosinistra, con un altro programma. Inoltre lo stesso Mastrangeli sta sondando il terreno per capire se dai banchi della minoranza possano arrivare altri esponenti. Magari della Lista Marzi o del Pd. Pure loro avevano concorso sulla base di altre proposte amministrative.
E’ arrivato il momento di chiarirsi sull’aspetto del programma, che non può diventare una sorta di “parola magica” utile ad evitare ogni tipo di confronto politico nella logica del famoso proverbio “o mangi questa ministra o ti butti per la finestra”. Prendiamo il Brt: nella visione dell’allora sindaco Nicola Ottaviani c’era la formula “dritto per dritto”: dalla Stazione a De Matthaeis e ritorno. Da due anni e mezzo è in corso un dibattito surreale sul tragitto, che ancora non è definito. L’unica certezza è che non sarà “dritto per dritto”.
Pure l’assetto delle piste ciclabili e ciclopedonali era differente. Quanto al grado di pedonalizzazione della piazza dello Scalo, perché parlarne è impossibile?
Il richiamo di Massimiliano Tagliaferri a cercare di ricostruire l’originaria maggioranza di centrodestra non è una proposta “rivoluzionaria”. Anche perché 8 consiglieri che hanno preso le distanze non sono pochi, considerando che la maggioranza al momento non ha i numeri ma è ferma a 16 su 33. A meno che l’obiettivo sia davvero quello di costituire in un’aula un altro tipo di coalizione, che coinvolga anche chi si è candidato in altri schieramenti. Magari per prepararsi in vista delle comunali future, del 2027. La politica c’entrerebbe in ogni caso però. Per un motivo: a quel punto le forze del centrodestra dovrebbero necessariamente interrogarsi sul da farsi. Infine, un’ultima considerazione: ma gli elettori che dal 2012 votano affinché il centrodestra governi il capoluogo sarebbero d’accordo con il disfacimento della coalizione?

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