Un’emergenza tira l’altra. E dopo pandemia e guerra, è ora il momento della ‘siccità’! Non a caso, il 17 giugno, si celebrava la “Giornata mondiale della siccità e della desertificazione”.
Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato ieri che proclamerà lo stato di calamità naturale nella regione per la siccità. Ha precisato che: “Servirà ad adottare le prime misure di contenimento perché dobbiamo prepararci a una situazione che sarà molto critica. L’emergenza climatica non è un problema del futuro, ma del presente vediamo cosa sta succedendo in tutta Italia e dobbiamo muoverci anche noi. Lo stato di calamità servirà ad adottare immediatamente le prime misure, ad invitare i sindaci alle prime misure di contenimento perché dobbiamo prepararci a una situazione che sarà molto critica e dovrà basarsi sul risparmio idrico da tutte le attività, a cominciare dai consumi familiari, però anche alla ricerca di forme di approvvigionamento e di presenza vicino alle amministrazioni comunali”.
Da Meteo Lazio, centro meteorologico dedicato alla regione Lazio animato da giovanissimi professionisti appassionati di meteo, ieri è stato anche annunciato che, in base “agli ultimi dati pubblicati dall’Autorità di Bacino (Autorità Distretto Italia Centrale), il Lazio andrà incontro ad un probabile razionamento dell’acqua nei prossimi giorni”. Precisando che, sulla provincia di Roma si sta delineando un deficit pluviometrico pari al 2017; turnazione idrica in vista per i Colli Albani. Sulla provincia di Rieti turnazione su 20 comuni (58 totali); Sulla provincia di Latina severità idraulica bassa, con tendenza al peggioramento; Sulla provincia di Viterbo turnazione su 14 comuni (31 totali); Su quella di #Frosinone turnazione in vista su 20 comuni (91 totali).
In agricoltura, i consorzi di bonifica hanno già serrato i rubinetti: l’acqua è già stata razionata a Latina e Frosinone, mentre sono attesi provvedimenti anche per Rieti. Da gennaio, su Roma sono caduti 137 millimetri di pioggia rispetto ai 357 millimetri di media degli ultimi 16 anni. Nel resto della regione i millimetri non hanno raggiunto i 100.
Nel cassinate, il consorzio di bonifica lascia all’asciutto agricoltori e allevatori per tutto il pomeriggio e tutto il giorno il mercoledì. Dall’Anbi, l’associazione dei consorzi di gestione e tutela delle acque irrigue, hanno spiegato al Corriere della Sera che “sono le condizioni del lago di Capodacqua e del torrente Mollarino, ormai quasi a secco, ad aver imposto le restrizioni. Sempre secondo i dati Anbi, “il Tevere è oltre un metro più basso rispetto la sua normale portata, mentre è considerata ‘critica’ la condizione idrica dei fiumi Sacco e Liri. Il lago di Bracciano registra meno 25 centimetri rispetto il 2021.
Coldiretti Lazio, che preme sulla regione per la dichiarazione dell’emergenza idrica, da denunciato come “Le nostre campagne, così come le città, sono assediate dalla siccità, che costringe a razionamenti per i terreni agricoli, già avviati a Frosinone e Latina. Una situazione che comporta un aggravio di costi per le aziende agricole – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – che sono costrette ad utilizzare motori a pompe elettriche e dunque a consumare gasolio, in un momento in cui i costi per il caro carburante e il caro energia sono lievitati. Tutto questo sta portando sul lastrico le nostre aziende, già in difficoltà”.
L’allarme siccità è partito lo scorso ad inizio giugno dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, che ha parlato di “peggior crisi idrica da 70 anni a oggi”; aggiungendo che “La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia; i laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo; la temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media”.
Sono scesi subito in campo Pd e Verdi che hanno presentato un risoluzione affinché il Governo proclami lo stato di emergenza nelle regioni interessate dalla straordinaria siccità degli ultimi giorni. Cioè tutte, perché lo stesso giorno, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, ha detto che circa il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di vulnerabilità ambientale. Seguono Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%). Sei regioni (Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania) presentano una percentuale di territorio a rischio desertificazione, compresa fra il 30% e il 50%, mentre altre 7 (Calabria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Veneto e Piemonte) sono fra il 10% ed il 25%.
A rincarare la dose ci ha pensato Utilitalia, associazione di categoria che raccoglie i maggiori operatori che gestiscono il servizio idrico integrato, che per 125 comuni tra Piemonte e Lombardia ha chiesto di poter razionalizzare l’acqua, chiudendola la notte. Una misura eccezionale per il Nord Italia, la normalità nel Lazio