Smanie di protagonismo: prima frattura nella maggioranza Mastrangeli

“Alla fine sono 800 voti…”. Il commento ascoltato al termine dei lavori, nel suo cinismo, non lascia spazio a interpretazioni. Ed è il modo in cui, in un misto di sorpesa e delusione, è stato archiviato il primo vero strappo nell’amministrazione Mastrangeli. Quello che nel consiglio che si è concluso ieri dopo le 21 ha visto un gruppo di quattro consiglieri di maggioranza lasciare i lavori ed almeno altrettanti non partecipare in contrapposizione al Piano dei rifiuti presentato in Consiglio.

A parte l’assenza di Alessia Savo (impegnata a Roma in Commissione Sanità) le altre assenze hanno più o meno la stessa valenza rispetto a chi ha addirittura platealmente lasciato i lavori. Ad andarsene sono stati Anselmo Pizzutelli, Pasquale Cirillo, Maurizio Scaccia e Giovanni Bortone. A non presentarsi la coppia Martino-Petricca, Mario Grieco e Maria Antonietta Mirabella.
L’inquieto Pizzutelli che dal momento successivo all’elezione ad oggi sembra non trovare pace nell’assise comunale in una disperata e un pò patologica ricerca di posizionamento e visibilità sembra essere l’animatore di questa mezza-rivolta che non ha tanto l’obiettivo di mettere in discussione le linee programmatiche che porteranno alla prossima gara per la raccolta dei rifiuti in città ma piuttosto quello di pervenire ad un riassetto della giunta scaturita dalle elezioni della scorsa estate. Obiettivo che, almeno adesso, non è nelle corde nè del Sindaco nè della maggioranza politica che lo sostiene.

La posizione granitica di Fratelli d’Italia che non ha potuto assicurare il quarto voto solo per gli impegni in regione di Alessia Savo, quella altrettanto solida di Mauro Vicano, lo sostanziale tenuta della Lega non fanno ipotizzare lo stesso smottamento al quale abbiamo assistito ieri sera, in occasione del voto sul Bilancio previsto nella prima settimana di luglio. Il sindaco Riccardo Mastrangeli è uscito da Palazzo Munari nascondendo bene la delusione, soprattutto umana, per l’accaduto. Ma rilassato e sorridente. Chi lo conosce sa bene che non sono queste le armi da utilizzare per convincerlo a cambiare rotta ad appena dodici mesi dall’inizio della navigazione. I “mezzucci” non gli piacciano ma soprattutto, raccontano i cinici del commento in apertura, sa far di conto. E non ha paura, soprattutto in questo momento, nemmeno delle urne.