Per Francesco Rocca occorrerebbero 100 milioni di euro all’interno della Finanziaria per poter realizzare la Stazione dell’Alta Velocità in un’area compresa tra Ferentino e Supino. Il Governatore lo ha detto nel corso di un convegno della Cisl a Roma, spiegando pure che si tratta di un’opera infrastrutturale strategica, probabilmente l’unica in grado di dare serie prospettive di rilancio al territorio della provincia di Frosinone.
Rocca è consapevole che non si tratta di un’impresa semplice, considerando le difficoltà che il Governo sta incontrando sul tema della Manovra. Mancano le risorse e ci sono diverse priorità irrinunciabili. Ma ha voluto sottolineare questo aspetto per provare ad andare a dama. In ogni caso è importante che abbia inteso sillabare una frase. Questa: “Non è negoziabile”. Con riferimento alla Stazione Tav a Ferentino. Sicuramente non è negoziabile con riferimento all’investimento. Ma forse Francesco Rocca intendeva riferirsi pure all’ubicazione logistica.
Da qualche mese in Ciociaria si sente un altro ragionamento: l’importante è realizzarla, la Stazione Tav. Tre le ipotesi avanzate: Ferentino-Supino, Frosinone, Cassinate.
Poche ore prima dell’intervento del presidente della Regione, nell’ambito della seduta del consiglio comunale di Frosinone il sindaco Riccardo Mastrangeli e l’ex primo cittadino Domenico Marzi (che forse farebbe bene a fare il leader di un’opposizione che non c’è piuttosto che ad avventurarsi su terreni che non conosce bene visto che la Stazione Tav si può realizzare solo a Ferentino) erano arrivati alla conclusione di convocare una seduta ad hoc proprio sul tema della Stazione dell’Alta Velocità nel capoluogo (sull’argomento “due ciechi a fa a sassate”). Con l’obiettivo, ha affermato Marzi, di riportare residenti in città. Che Frosinone abbia perso abitanti negli ultimi decenni è un fatto assodato. Il capoluogo ciociaro è rimasto ampiamente sotto quota 50.000 mentre Latina sfiora i 130.000. Numeri che imporrebbero una seria riflessione a tutte le Amministrazioni che si sono succedute. Nessuna esclusa. Anche se è da dimostrare che una stazione dell’Alta Velocità determinerebbe un’inversione di tendenza. Questo potrebbe succedere con una visione di città che al momento non esiste.
Tornando al punto, il rischio, ancora una volta, è quello di disperdere le forze impegnandosi in una sfida campanilistica tra zone diverse. Riccardo Mastrangeli e Domenico Marzi spingono per Frosinone, Peppe Sacco per Roccasecca. Ma l’unica vera ipotesi della quale si è parlato seriamente è quella tra Ferentino e Supino, che sarebbe sul tracciato e che darebbe certezze importanti sul fronte dell’intermodalità e dell’interscambio. Tra gomma e rotaia. A meno di 800 metri dal casello autostradale di Ferentino, vicinissima anche a quello di Frosinone, praticamente ad un passo dall’imbocco della superstrada Ferentino-Frosinone-Sora. Una meta ideale per passeggeri e merci. Un’opera di bacino in grado di essere attrattiva pure per le province di Latina o dell’Abruzzo.
Il rischio di mettere sul tavolo tre possibili soluzioni è, come al solito, quello di… non ottenere nulla. Anche perché in Ciociaria non c’è mai nessuno che assuma il ruolo di interlocutore unico del territorio per contare di più a Roma.
Fra l’altro per realizzare davvero un’opera del genere è necessario confrontarsi con Rfi. Bisognava farlo qualche anno fa, per riuscire ad inserire l’infrastruttura nel Piano decennale. Ma questo non è stato fatto perché nessuno si è preoccupato di andare avanti nella fase della proposta e della progettazione. Francesco Rocca ha fatto capire che è sua intenzione riprendere il discorso e sicuramente la Regione Lazio ha le carte in regola per discutere con Ferrovie dello Stato. Se il Governatore ha parlato esclusivamente dell’opzione Ferentino-Supino, è perché già esiste sul piano progettuale.
Disperdere le forze potrebbe indebolire il peso del territorio se si arriverà ad un momento serio di confronto. A Frosinone si parla da anni della possibilità di un collegamento veloce con Roma come prospettiva per un aumento dei residenti. Un tema ritirato fuori in occasione di ogni campagna elettorale. Poi accantonato. Intanto però nessuno fa nulla per cercare di intervenire sul trasporto ordinario, quello che conoscono bene i tantissimi pendolari che ogni giorno devono affrontare dei viaggi della speranza per andare a lavorare o a studiare nella Capitale.
La Stazione Tav è una cosa seria, sganciata dalle logiche elettorali e propagandistiche.