“Come Regione Lazio sulla questione Stellantis siamo determinati a lavorare per ottenere degli obiettivi concreti. Quella dell’automobile è un’industria strategica e importantissima per il Lazio e per la nazione”. Le parole del vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico della Regione Lazio Roberta Angelilli, a margine del tavolo convocato dal ministro Urso per affrontare la questione del sito di Piedimonte San Germano.
Si è cercato di fare chiarezza sul futuro del gruppo Stellantis e quindi sul futuro dei dipendenti dello stabilimento nel cassinate.
Due gli impegni presi: una relazione periodica della Giunta al Consiglio regionale sull’attività del tavolo istituito dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e la convocazione di un tavolo tecnico regionale a Cassino per il rilancio industriale di tutta l’area.
Un forte segnale di unità a partire dall’intervento di Alessio D’Amato, primo firmatario della richiesta di Consiglio straordinario: “Proprio da oggi lo stabilimento Stellantis chiuderà per 40 giorni – ha ricordato – e alla ripresa la produzione avverrà su un unico turno, già annunciati dall’azienda 805 esuberi. La prospettiva di rilancio legata all’elettrico è nebulosa. Serve una voce unitaria della Regione Lazio”.
Di “grande preoccupazione e clima di incertezza” ha parlato anche Sara Battisti (Pd): “Impensabile che si venda una palazzina interna allo stabilimento senza interlocuzione con il governo. Quello stabilimento è stato costruito con i fondi pubblici. Preoccupati anche per l’idea di realizzare un impianto di smaltimenti dei rifiuti all’interno del sito industriale”.
Daniele Maura (FdI) ha ricordato “l’impegno del governo” e “il tavolo convocato per il 6 dicembre dal ministro Urso: l’obiettivo è garantire la produzione di un milione di auto negli stabilimenti italiani. Il management di Stellantis, francese, investe in Marocco e Algeria e svende immobili nel nostro Paese”.
Massimiliano Valeriani (Pd) ha spiegato che “la crisi investe non soltanto Stellantis, ma tutta la filiera. Senza un impegno preciso sui livelli di produzione, dobbiamo battere i pugni con il management francese e rivedere tutta la politica di sgravi e incentivi”.
“Per il futuro dell’azienda dobbiamo creare una strategia forte con responsabilità condivise, anche perché sono numerose le imprese dell’indotto coinvolte e soprattutto molti sono i lavoratori con le relative famiglie – ha continuato nell’intervento Roberta Angelilli. La Regione Lazio farà la sua parte, utilizzando anche fondi europei. Ma il livello del problema ha un campo ampio: ci vuole una strategia sia nazionale che europea. Ora l’obiettivo è quello di instituire un tavolo di lavoro a livello regionale, dedicato all’area di Cassino al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e mantenere le prospettive di sviluppo e la continuità produttiva”.