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Sud pontino e Monti Lepini, la strada dei fondi europei per uscire dall’isolamento

Marco Battistini
Agosto 10, 2023

Si parla spesso di infrastrutture in provincia di Latina con riferimento quasi esclusivo all’area nord e al necessario sviluppo di una rete che colleghi il capoluogo al resto d’Italia. Ma il basso Lazio non è solo Latina. C’è una realtà produttiva che aspetta da decenni la realizzazione di opere viarie fondamentali per la crescita economica di una fetta consistente del territorio pontino.

IL SUD PONTINO E L’ISOLAMENTO

La crescita deve investire tutta la regione Lazio, non solo alcune zone. Non basta sostenere una serie di singoli interventi, certamente utili ai fini di un maggiore sviluppo dei territori, ma occorre avere una visione più ampia e d’insieme che punti ad una svolta infrastrutturale per tutta la regione.  
Guardiamo soprattutto al Lazio meridionale. C’è l’urgenza di valorizzare quel patrimonio di eccellenze che il Mof rappresenta ed in tal senso la Fondi-Ceprano permetterebbe un collegamento veloce  e l’accesso diretto di questa realtà con l’autostrada del Sole e quindi con il resto dell’Italia e dell’Europa. C’è un deficit infrastrutturale evidente nel basso Lazio e urge collegare questi territori con l’autostrada del Sole attraverso le trasversali di riferimento. Quindi occorre pensare non solo alla Fondi-Ceprano, ma anche alla Formia-Cassino e alla Pedemontana di Formia. Sarebbe opportuno legare l’Adriatico con un altro porto importante come Gaeta, e contemporaneamente collegare più velocemente le trasversali che collegano il territorio pontino con l’autostrada. Il progetto “Trasversale Lazio Sud – Adriatica” non può prescindere dal collegamento veloce, e quindi dalla rimozione del tappo che si crea a Formia, con l’autostrada e quindi con il casello di Cassino perché significherebbe tagliare fuori intere comunità del comprensorio centro e sud rendendo del  tutto inefficace l’intervento.
Sicuramente il Corridoio Roma-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone possono rappresentare un punto di svolta. Non dobbiamo dimenticare che il sistema produttivo dell’area a sud di Latina risulta fin troppo penalizzato dal pessimo collegamento con l’autostrada.
C’è quindi l’area del golfo che va attenzionata particolarmente. A cominciare dalla via Flacca che necessita di un potenziamento immediato. Il sistema viario di questa parte di provincia è rimasto sostanzialmente fermo a 70 anni fa e mai come in questo momento diventa indispensabile rimettere in pista territori rimasti indietro sul piano infrastrutturale rispetto ad altri. Quindi il tema fondamentale e su cui bisogna concentrare gli sforzi è quello di dotare il Lazio intero di un sistema infrastrutturale capace di traghettarlo realmente nel terzo millennio. Per centrare questo obiettivo quindi occorre sostenere la modernizzazione della rete infrastrutturale e garantire l’accessibilità, lo sviluppo, la crescita economica e l’occupazione anche al basso Lazio ed in particolare della provincia di Latina, ovvero territori rimasti svantaggiati rispetto ad altri, per via di un deficit storico ed ancora lontano dall’essere colmato. L’Ue in tal senso deve rappresentare un’opportunità, non un ostacolo. Conseguentemente appare evidente che la sinergia fra l’Italia e l’Europa diventi un percorso obbligato per poter rendere efficiente e sostenibile tutto il sistema infrastrutturale del nostro Paese, un via indispensabile per migliorare la rete di collegamenti fra mercati e persone. Solo in questo modo si potrà determinare uno sviluppo maggiore ed una crescita più rapida della nostra economia. 

L’EUROPA E LA MONTI LEPINI

Non può essere dimenticata tra le urgenze, quella di migliorare anche la rete viaria trasversale fra le due province del basso Lazio. Due realtà territoriali strategiche, Frosinone e Latina, i cui collegamenti di lavoro e commerciali, oltreché turistici, oggi sono assicurati esclusivamente dalla Monti Lepini, una strada sostanzialmente obsoleta che necessità di accorgimenti anche in termini di sicurezza. 
È ormai indispensabile realizzare un collegamento veloce tra Latina e Frosinone. Parliamo di due realtà territoriali strategiche, Frosinone e Latina i cui collegamenti di lavoro e commerciali e turistici, oggi sono assicurati esclusivamente dalla SS 156 Monti Lepini, una strada ormai ampiamente superata ed obsoleta e anche pericolosa. Vi sarebbero risorse messe a disposizione dall’Unione europea grazie alle quali si può immaginare un grande investimento per realizzare almeno questa arteria. Due città, Latina e Frosinone, separate da appena 60 km che per essere percorsi, oggi, rendono necessaria oltre un’ora e mezza di auto. La stessa via Monti Lepini che collega i due capoluoghi è anche in condizioni pessime per quanto concerne la manutenzione stradale. Il territorio del Lazio sud conta centinaia di migliaia di abitanti e da tempo sta diventando sempre più interconnesso, basti pensare alla Camera di Commercio unica, al Consorzio industriale unico. I rapporti e gli interessi economici e commerciali, dunque, sono molteplici. Quel che manca, però, sono i collegamenti viari veloci. Serve un’infrastruttura che colleghi, in modo veloce, Latina con Frosinone. Una superstrada che potrebbe essere realizzata anche grazie alle risorse che l’Unione europea mette spesso a disposizione. Provincia di Latina, Provincia di Frosinone e i rispettivi Comuni dovrebbero muoversi in questa direzione per preparare progetti e presentare la richiesta di finanziamento. Non farlo sarebbe delittuoso.

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