Sui conti della Regione la richiesta di chiarezza di Rocca e le solite intemperanze del Pd

L’auspicio di Francesco Rocca è caduto nel vuoto. Il presidente della Regione Lazio si era augurato che arrivasse l’ora della responsabilità, nel senso che davanti alla voragine di debiti ereditati, le opposizioni di centrosinistra (ex maggioranza) rinunciassero alle solite polemiche “telefonate” di carattere politico. Non è stato così: in queste ore gli attacchi sul bilancio varato dalla giunta di centrodestra arrivano uno dietro l’altro, accompagnati dalle accuse sui tagli alle risorse per le donne e sul Premio Willy. Contemporaneamente c’è la questione riguardante le verifiche della Corte dei Conti sui documenti contabili di alcune Asl e Aziende Ospedaliere. Ci sono otto indagati.
Francesco Rocca aveva avvertito dicendo: “I magistrati della Corte dei Conti stanno controllando i bilanci delle aziende sanitarie, che non saranno chiusi fino a quando non faremo le verifiche dovute affinché possa emergere il dato contabile chiaro. Non sono più disposto a pagare questo tentativo di qualcuno a manipolare ciò che è avvenuto in termini finanziari nel passato. Questo è il nostro primo bilancio: che da oggi in poi i conti siano chiari ma anche le responsabilità. Fino ad oggi ho cercato di essere corretto e continuerò ad esserlo. Parlerò anche in maniera molto più chiara rispetto a queste responsabilità enormi che abbiamo ereditato”. Perché di fronte a 22 miliardi di buco “esiste la necessità di un dialogo serrato per mediare tra le esigenze di sviluppo e limitare, allo stesso tempo, l’indebitamento perché nel 2023 abbiamo pagato un prezzo alto sulla sanità”.

E’ necessario fare ordine: c’è un profilo giudiziario (caratterizzato soprattutto da un’azione di verifica e di trasparenza della Corte dei Conti) e c’è un aspetto politico basato sul fatto che Rocca si è dovuto fare carico di una situazione contabile, economica e finanziaria determinata dalla giunta Zingaretti. Quando l’attuale Governatore fa appello (invano a quanto sembra) al senso di responsabilità si rivolge proprio a chi nelle precedenti legislature stava in maggioranza e che adesso critica ogni atto senza dire una parola su quello che è successo prima. Si chiama opportunità politica. Certamente le europee di giugno stanno già spingendo molti in una dimensione soltanto elettorale, ma l’operazione che i magistrati contabili stanno portando avanti arriverà a definire in maniera chiara ciò che è successo. Le conseguenze sono facilmente ipotizzabili: ulteriori tagli per far quadrare i conti e quindi altri sacrifici. I provvedimenti dovranno essere adottati dall’Amministrazione di Francesco Rocca, ma tutti sanno che quali sono le situazioni che le determineranno.
Il centrosinistra dovrebbe finalmente prendere atto ai aver straperso le elezioni regionali (ci sarà un perché) e di non aver risolto i grandi problema del Lazio: sanità e rifiuti su tutti. La sconfitta politica è questa.

LE PROVINCIALI NEL PD, IL RITORNO DI POMPEO

Nel 2021 la più votata fu Antonella Di Pucchio, fedelissima di quell’Antonio Pompeo che allora era sia presidente della Provincia che sindaco di Ferentino. Potrebbe concedere il bis? Difficile, ma non è escluso. In queste settimane Pompeo sta riunendo spesso la sua componente e il dato politico è proprio questo. Tanti pensavano che dopo la mancata elezione in consiglio regionale (nonostante le oltre 15.000 preferenze ottenute) l’area di Pompeo potesse dissolversi. Non è stato così e adesso, attraverso i voti di Antonella Di Pucchio, può dimostrare di godere di ottima salute politica. Pensare Democratico di Francesco De Angelis e Sara Battisti sostiene Enrico Pittiglio ma anche Luigi Vittori. Non dimenticando Alessandro Mosticone. La corrente maggioritaria del partito deve dare risposte al proprio interno ma pure ai sindaci Piergianni Fiorletta (Ferentino) e Luca Di Stefano (Sora). Sarà interessante verificare il risultato di Gino Ranaldi, fedelissimo di Enzo Salera. Nella lista c’è inoltre Adamo Pantano, sindaco di Posta Fibreno e leader provinciale di Italia Viva. Può fare risultato. Ma se Antonio Pompeo riuscirà ancora una volta a piazzare Antonella Di Pucchio davanti a tutti, allora nel Pd ciociaro in tanti dovranno iniziare a farsi qualche domanda.

LA PISCINA NON CHIUDE

Il Palazzetto del Nuoto di Frosinone non chiuderà. Alla fine si è arrivati alla proroga con la Fin e ci sarà tempo fino al 31 agosto del prossimo anno per giungere ad una soluzione (si spera di lungo respiro) che permetta ai futuri gestori e ai frequentatori dell’impianto di non dover vivere, in futuro, con il fiato sospeso.
Il risultato è merito del delegato allo sport Francesco Pallone che in sintonia con il primo cittadino Riccardo Mastrangeli si è rimboccato le maniche e ha trovato il giusto compromesso con la Federazione Italiana Nuoto. Grazie anche ai buoni uffici dell’Assessore allo Sport della Regione Elena Palazzo e al consigliere Daniele Maura. Peccato, come al solito, per qualche sgomitata inopportuna dell’ultima ora con i soliti furbetti pronti a salire sul carro dei vincitori attraverso maldestri tentativi di prendersi meriti per un lavoro, come al solito, di cui forse ci si è accorti a risultato… acquisito.