Critica la scelta del governo e la decisione di cambiare le regole quando si è già in corsa; difende i professionisti e le aziende che hanno fatto solo quello che la legge prevedeva di fare e elenca il tragico scenario che potrebbe derivare dallo stop alla cessione dei crediti e sconti in fattura per il Superbonus 110%.
Paolo Vecchio, presidente dell’Ordine degli Architetti di Frosinone, ha diffuso una nota per spiegare le ragioni e le difficoltà di chi – dall’altra parte della barricata – è rimasto spiazzato dall’annuncio del Governo di voler rivedere le regole del 110.
Superbonus, imprese e migliaia di posti di lavoro a rischio
“La decisione assunta dal Governo con il DL 11/2023 di impedire di ricorrere allo sconto in fattura e di vietare alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali – ha detto Vecchio – mette a repentaglio migliaia di imprese e decine di migliaia di posti di lavoro. Ancora una volta, senza alcun confronto con la rappresentanza della filiera delle costruzioni, vengono assunte decisioni che modificano le “regole del gioco” a partita in corso. L’operazione appare tanto più scellerata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e prive di una più ampia valutazione complessiva”.
Normativa modificata una ventina di volte: è confusione
Ma non è certo la prima volta che la legge sul Superbonus viene modificata. Oltre venti le modifiche e i cambiamenti, gli aggiustamenti, le circolari esplicative, gli interventi dell’agenzia delle entrate e gli interpelli proposti dai contribuenti, che dalla conversione in legge del provvedimento hanno agitato le nottate degli addetti ai lavori, per capire, adeguarsi, ripartire daccapo.
“Una confusione – annota il presidente degli Architetti – che le migliaia di imprese ed i professionisti che sono ormai al collasso ed in crisi di liquidità rischiano di pagare salato e la cui unica colpa risiede nell’aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, si è “rimangiato” la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il prosieguo dei lavori”.
Vecchio: “Il vero problema? Sbloccare i crediti”
Vecchio rimprovera al governo di aver assunto una decisione senza essersi occupato, invece, del problema principale dei crediti bloccati che investe professionisti, imprese e cittadini.
“Così – ha detto il presidente, si pone una pietra tombale sul superbonus 110% e si favorisce esclusivamente i ceti con maggiore capienza fiscale, mettendo a rischio gli impegni assunti dalle famiglie per il miglioramento delle loro abitazioni. I professionisti che hanno garantito trasparenza e correttezza, spesso assumendosi responsabilità che non gli competevano e che si sono ritrovati in balia di richieste sempre più astruse e contraddittorie, si ritrovano, dopo queste ultime modifiche, a non poter più operare e tantomeno a concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire”.
L’appello: “Il governo ascolti le richieste delle associazioni”
Per il rappresentante degli architetti ciociari, a preoccupare è anche quello che sembra un atteggiamento ideologico da parte del governo, che finora non è riuscito ad ascoltare gli appelli lanciati dalle associazioni di categoria.
“A gran voce, da lungo tempo infatti, da ABI ad ANCE, dalle Associazioni Condominiali alle Reti delle professioni tecniche, dagli ordini professionali a Confedilizia e a CNA, vengono richiesti interventi risolutivi rispetto al blocco nella cessione dei crediti. Il Governo emana quest’ultima norma giustificandola con numeri parziali ma tacendo rispetto a quanto affermato, attraverso analisi e studi approfonditi, da primari Istituti quali fra gli altri NOMISMA e la LUISS Guido Carli. Analisi che dimostrano, di fatto, la sostenibilità economica e sociale della misura. E’ altresì del tutto evidente che l’applicazione della Legge sul Superbonus necessiti di correttivi sanzionatori in presenza di comportamenti poco