Effetto Sinner? Forse, però dovremmo chiederlo a lui. Lui si chiama Luca Nardi e per ora non svela se siano state le prodezze in serie del rosso della Val Pusteria a generargli spirito d’emulazione. A fine gara, dopo aver battuto il numero uno del mondo, Novak Djolovic, ha detto ai microfoni di bordo campo che non se l’aspettava e che ha il poster di Nole nella sua camera.
Che il ventenne pesarese sia un talento purissimo lo scriviamo da tempo, forse il più importante dopo Jannik, a braccetto con Musetti. Le sue titubanze al cospetto di giocatori posizionati tra il 200 e il 300 del ranking ATP hanno però rappresentato un freno. Capace di giocare alla pari con i primi del mondo, e poi incapace d’imporsi a tennisti di caratura ampiamente inferiore. In questa ambiguità il giovane Luca ha trascorso gli ultimi due anni della sua vita tennistica: già apparente fenomeno a 18, ancora nel limbo a 20.
Serviva una svolta, da imprimere in fretta prima di inquietanti paralleli con Quinzi, enorme talento mai sbocciato tra i pro. E allora lui ha scelto di rompere gli argini nella maniera più clamorosa: per ottenere il suo quinto successo ATP (contro 12 sconfitte) ha scelto la vittima più importante, il numero uno del mondo Novak Djokovic. Lo ha trattato esattamente come Zhizhen Zhang, avversario del secondo turno, sconfitto 6/3, 3/6, 6/3, perchè a Nole ha inflitto un 6/4, 3/6, 6/3: impressionante e sbalorditivo!
Cosa ha portato il giovane talento azzurro al successo più imprevedibile di tutta questa edizione del mille di Indian Wells? Una prestazione superba, contro un Djokovic non proprio al top ma nemmeno così falloso e distratto come chi non ha visto il match potrebbe essere portato ad immaginare.
Così, dopo essere stato eliminato al secondo turno di qualificazione da Goffin e ripescato per il ritiro di Etcheverry, Nardi si ritrova clamorosamente agli ottavi di finali di Indian Wells, con la prospettiva di sfidare lo statunitense Tommy Paul, ovviamente favorito ma, alla luce di quanto visto in questi due turni, non al riparo da sorprese.
Non ha centrato gli ottavi Lorenzo Musetti, che al cospetto del danese Rune ha perso male la prima frazione e poi al tiebreak ha gettato al vento, con due gratuiti che gridano vendetta, la possibilità di allungare il match al terzo.
Il cono d’ombra del carrarino non sembra destinato a svanire in fretta. Forse solo la terra battuta potrà restituirgli certezze smarrite, però il suo Indian Wells non è da considerarsi negativo, perché la vittoria contro Shapovalov e il buon secondo set contro Rune possono in qualche misura attenuare la delusione.
Non ce l’ha fatta nemmeno Lucia Bronzetti opposta alla formidabile statunitense Coco Gauff, ex bambina prodigio, ora numero 3 del mondo. Anche per lei un secondo set intenso e ben giocato, con la concreta possibilità di una conclusione positiva, ma sul 5-4 e con due servizi a disposizione, Lucia ha pagato a caro prezzo una condotta eccessivamente prudente. Cori è passata al contrattacco e il match si è chiuso lì. Oggi due italiani in campo per i primi match degli ottavi di finale: per Jasmine Paolini c’è Anastasia Potapova, avversaria forte ma non certo insuperabile.
Jannik Sinner se la vedrà invece con Ben Shelton, colui che gli inflisse una delle ultime due sconfitte, le sole delle ultime 36 gare disputate (l’altra è la finale delle Finals a Torino contro Djokovic). Contro il giovane e poderoso americano Jannik vorrà alzare ulteriormente l’asticella, superata in sicurezza contro Kokkinakis e Struff. E’ il terzo battitore importante che incrocia il cammino con il ragazzo di San Candido. Le contromisure Sinner le ha già prese e la voglia di portarsi avanti nel confronto diretto sarà una motivazione in più. In palio c’è anche il secondo posto nel ranking ATP, che presumibilmente verrà assegnato dalla semifinale con Alcaraz, ammesso che entrambi possano arrivare al penultimo atto della rassegna.
Tennis: Nardi batte re Nole, è grand’Italia a Indian Wells
