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Toto-giunta Regione Lazio: Simeone in pole per l’assessorato ai rifiuti, anche Laura Corrotti verso un posto

Marco Battistini
All’orizzonte per i partiti ci sarà da discutere del futuro degli Egato, i nuovi ambiti territoriali sui rifiuti, che rischiano di diventare enti utili soprattutto per allungare la carriera politica di ex consiglieri regionali
Febbraio 20, 2023
Giuseppe Simeone, capogruppo Forza Italia Latina

Simeone verso un posto in giunta. Per lui potrebbe aprirsi la prospettiva dell’assessorato ai rifiuti. Le indiscrezioni che arrivano dai piani alti della nuova amministrazione indicano che sarà una giunta molto politica e poco tecnica. Spazio a uno o due tecnici, Bilancio e forse alla Sanità, se Rocca non decidesse di mantenere a sé questa delega. La sua competenza nel settore è indiscutibile. E’ stato assessore all’Ambiente della Provincia negli anni ’90 e a lui si deve il piano rifiuti pontino più efficace e duraturo.

IL TOTO-GIUNTA E’ PARTITO, SIMEONE IN CIMA

C’è quindi lotta serrata per le altre caselle. Restano 8 posti per altrettanti assessorati, dal momento che il numero massimo dei componenti della giunta, secondo la legge, deve essere pari o inferiore ad un quinto dei componenti del Consiglio Regionale. In pratica, gli assessori possono essere al massimo 10. Da non dimenticare anche il rispetto della rappresentanza di genere, non più di 7 elementi dello stesso sesso.

Tre assessori, come minimo, dovranno essere donne. Per Fratelli d’Italia tre nomi sono praticamente certi: Roberta Angelilli, per anni vicepresidente del Parlamento Europeo e donna più votata è in pole position. Potrebbe andare all’assessorato allo Sviluppo Economico e assumere la carica di vicepresidente della Regione. Fabrizio Ghera, corrente Rampelli e consigliere più votato a Roma città, potrebbe andare ai Trasporti. Scontata appare anche la nomina di Giancarlo Righini, il più votato alle Regionali e papabile per l’assessorato all’Agricoltura. Antonello Aurigemma potrebbe essere anche nominato capogruppo del partito in Consiglio. Per la giunta ci potrebbe essere spazio, però, anche per un’altra donna e in quel caso Laura Corrotti (originaria di Itri, nel pontino) è la più accreditata. Per lei si parla di un assessorato alle Politiche Giovanili.
La Lega chiederà la presidenza dell’aula ed in quel caso il nome, scontato, è Pino Cangemi. La Lega punta all’assessorato al Lavoro e in questo caso si parla di Mariano Calisse o Pasquale Ciacciarelli. Insomma, quasi sicuramente l’assessore in quota Lega rappresenterà le province. Per l’altro posto in giunta destinato al Carroccio si fa il nome di Davide Bordoni. Per quanto riguarda Forza Italia, detto del posto praticamente assicurato per la corrente di Fazzone (Giuseppe Simeone), negli ambienti romani si rincorrono le voci per un ruolo di governo per Giorgio Simeoni, già vicepresidente e assessore all’epoca di Storace.

EGATO, DISCUSSIONE APERTA

All’orizzonte per i partiti ci sarà da discutere del futuro degli Egato, i nuovi ambiti territoriali sui rifiuti, che rischiano di diventare enti utili soprattutto per allungare la carriera politica di ex consiglieri regionali con uno stipendio di tutto rispetto.
Ogni Egato oltre al presidente ha un consiglio composto da quattro membri. Il presidente percepisce ottomila euro al mese: l’80% della retribuzione del governatore della Regione. Ciascun consigliere invece prende quattromila euro al mese: il 40% dello stipendio del presidente della giunta regionale. Complessivamente si tratta di 42 posti, compreso il direttore. Gli Egato si occupano di gestire il servizio integrato dei rifiuti: adottano il piano, affidano il servizio della gestione dei rifiuti, determinano le tariffe, organizzano la raccolta differenziata. In pratica esercitano le funzioni regionali sui rifiuti all’interno della propria provincia. Gli Egato sono composti dall’assemblea dei sindaci dei Comuni della propria provincia e da un consiglio direttivo che resta in carica cinque anni ed eletto dai sindaci stessi.
In provincia di Latina Forza Italia può far valere una maggioranza di sindaci determinante nella scelta sia del presidente che dei consiglieri. Il timore che serpeggia nel centrodestra è relativo agli accordi per gli altri posti nel Consiglio. Fratelli d’Italia e Lega sono praticamente fuori gioco ed il rischio che restino a mani vuote è reale.

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