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Totti, scoppia il caso antiriciclaggio: l’ex capitano della Roma sarebbe coinvolto in operazioni bancarie “sospette” e scommesse

Redazione
Prestiti infruttiferi a pensionate di Anzio e un milione di euro nel Principato. Per l’antiriciclaggio «permangono forti dubbi in merito alla reale destinazione del denaro inviato alle varie case da gioco internazionali»
Gennaio 4, 2023
Ilary Blasi e Francesco Totti, abbracciati ai tempi della Roma (foto: Bartoletti)

Francesco Totti nel mirino dell’antiriciclaggio. Esplode il caso e le tegole non finiscono per l’ex capitano e bandiera della Roma. Il “dieci” giallorosso per antonomasia, sarebbe coinvolto in operazioni bancarie sospette che, secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità sono state segnalate dagli addetti all’Antiriciclaggio. Nella guerra tra Francesco Totti e Ilary Blasi spunta dunque anche l’antiriciclaggio: il punto e una prima ricostruzione dei fatti emersi, su Politica7.

Francesco Totti e il conto alimentato da bonifici sospetti: ci sono anche le scommesse online

L’ultimo alert di Bankitalia risale ad agosto per un «prestito infruttifero» di 80mila euro inviato su un conto cointestato con la figlia di un’anziana residente ad Anzio. Soldi che lo stesso giorno sono stati trasferiti su conto cointestato col marito dipendente del ministero dell’Interno e amico di Totti e infine sul suo personale.

Inoltre, rivela La Verità, sono periodici una serie di bonifici «rivenienti da società operanti nel settore delle scommesse online», come la Malta limited terrestre, la Malta limited online e la Sa.Pa. Srl. per un totale di 87mila euro e altri 125mila sono stati versati sul conto della coppia assieme ad assegni bancari per un totale di 445mila euro.

Il punto di vista “tottiano”

«Il cliente», spiegano i risk manager, «ha riferito che trattasi di pagamenti che lo stesso effettua per le sue giornate trascorse al casinò di Monte Carlo essendo appassionato del gioco d’azzardo» precisano i risk manager. Sarebbe quindi lo stesso ex calciatore ad ammettere di essere un accanito scommettitore, giustificando così la continua necessità di contanti. Trasferiti come prestiti infruttiferi agli amici e ai loro parenti o quelli ritirati negli anni precedenti allo sportello.

I forti dubbi dell’antiriciclaggio

Per l’antiriciclaggio «permangono forti dubbi in merito alla reale destinazione del denaro inviato alle varie case da gioco internazionali». E questo perché la Sfe di Monte Carlo «sembrerebbe svolgere anche un’attività bancaria». E «non è quindi chiaro se il denaro inviato sia destinato solo al gioco oppure ad altro». In un altro passaggio puntualizzano anche che «la stessa società è stata nominata in alcuni recenti scandali che hanno coinvolto personaggi politici». C’è poi un’altra segnalazione del 2018, che porta a circa 3 milioni di euro la cifra attenzionata, e di due bonifici per complessivi 160mila euro inviati al solito D.M. con causale «prestito in amicizia con vincolo di restituzione entro 24 mesi».

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