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Traffico illecito di rifiuti: l’inchiesta partita da Sora smantella un’articolata attività criminale. Indagati in 11

Cesidio Vano
Ottobre 11, 2023

C’è un capannone industriale, colmo di rifiuti speciali, scoperto qualche tempo fa alla periferia di Sora alla base della maxi operazione svolta dai Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli e coordinata dalla Dda Roma, che ha visto l’esecuzione di 11 provvedimenti cautelari a carico di altrettanti imprenditori e titolari di aziende di trasporto e di mediazione.

In quel capannone i militari rinvennero, raccolti in balle, residui dell’attività di recupero/trattamento dei rifiuti solidi urbani (RSU). Le successive attività investigative, condotte dalla polizia giudiziaria hanno permesso di individuare le aziende produttrici dei rifiuti e le società di trasporto responsabili dell’illecito traffico. Gli approfonditi accertamenti, svolti con la predisposizione di specifici servizi di osservazione, controllo e pedinamento e attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di individuare tutti i componenti del sodalizio criminale.

Ieri mattina, sono stati eseguiti provvedimenti richiesti dalla Direzione distrettuale antimafia capitolina e autorizzati dal Gip di Roma. L’operazione ha coinvolto oltre che la Ciociaria, anche le province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Caserta e Salerno, con l’intervento assieme al NOE anche dei carabinieri dei Comandi provinciali territorialmente competenti.

Le 11 persone raggiunte dalle misure cautelari sono gravemente indiziati per i reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.), riciclaggio e autoriciclaggio (art. 648 bis e ter c.p.), gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva (art. 256 commi 1 e 3).

L’indagine, condotta dal Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Roma, è stata molto complessa e punta i fari sul fenomeno degli abbandoni di rifiuti speciali pericolosi. L’attività investigativa ha consentito di accertare a carico degli indagati, colpiti dall’applicazione della misura coercitiva, reiterate azioni finalizzate a porre in essere illecite attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi.

In particolare gli indagati, mediante l’utilizzo di automezzi, all’uopo noleggiati presso società terza estranea ai fatti, con mezzi fraudolenti, consistenti, da un lato, nella sostituzione delle targhe di immatricolazione con altrettante targhe riprodotte ed intestate ad un consorzio di trasporto rifiuti (estraneo ai fatti), dall’altro nella redazione di formulari di identificazione rifiuti riportanti dati falsi relativi al sito di smaltimento, ricevevano da ignare società produttrici di rifiuti speciali non pericolosi – in prevalenza rifiuti urbani misti – e rifiuti speciali pericolosi – in prevalenza miscele bituminose – provenienti dai rifacimenti dei manti stradali, per una quantità complessiva accertata pari a circa 7.000 tonnellate, per illegalmente smaltirli, mediante l’abbandono all’interno di un capannone in provincia di Frosinone, su alcuni terreni agricoli in provincia di Bari e Brindisi e Lecce, nonché all’interno di una ex area industriale in provincia di Salerno.

Nel dettaglio, le evidenze investigative hanno consentito di suddividere l’indagine in tre fasi, tratteggiate in relazione alla tipologia e alla destinazione finale dei rifiuti illecitamente gestiti.

Una prima fase riguarda la gestione di complessive 860 tonnellate circa di rifiuti speciali (plastiche e gomme frammiste a residui di RSU), raccolti presso alcune imprese campane e illecitamente abbandonati nel citato capannone di Sora, regolarmente preso in affitto da uno degli indagati;

una seconda fase riguarda la gestione di complessive 126 tonnellate circa di rifiuti speciali (residui del trattamento dei RSU), provenienti da impianti di recupero della Campania e della Puglia, successivamente abbandonati in territorio pugliese su alcuni terreni e perfino, in una circostanza, nel parcheggio di un supermercato;

una terza fase, infine, riguarda la gestione illecita di complessive 6.000 tonnellate circa di diverse tipologie di rifiuti speciali anche pericolosi.

Circa 7.000 tonnellate sono state le quantità stimate di rifiuti smaltiti mediante attività di abbruciamento, interramento e occultamento in aree agricole e capannoni industriali, che avrebbero consentito agli indagati di trarne un ingiusto profitto per un importo complessivo stimato in circa 1.000.000,00 Euro.

Le somme così introitate, al fine di occultarne la provenienza illecita, erano poi oggetto da parte degli indagati di illecite operazioni finanziarie di riciclaggio.

Oltre ad eseguire le 11 ordinanze di custodia cautelare in regime di arresti in carcere e domiciliari, venivano altresì sequestrate le quote delle nr. 2 società, i cui titolari sono ritenuti tra i principali organizzatori del traffico di rifiuti. Nel corso delle indagini erano già stati sequestrati il capannone di Sora, alcuni rimorchi carichi di rifiuti abbandonati in una area di parcheggio di un supermercato di Mesagne (LE) e una ex area industriale nel Comune di Pontecagnano (SA).

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