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Trasparenza: su piazza Europa manca atto interesse pubblico. Raggi incalza Ruberti

Marco Battistini
Marzo 24, 2025

Circa due ore di commissione capitolina Trasparenza, presieduta dal consigliere di Fdi Federico Rocca, per approfondire la catena di decisioni che ha portato l’amministrazione capitolina a sostenere i costi della manifestazione “Una piazza per l’Europa” del 15 marzo scorso. Due i punti procedurali sollevati dalle opposizioni capitoline: quale atto amministrativo avesse stabilito l’interesse pubblico per Roma Capitale di sostenere l’iniziativa, sulla base del quale il capo di Gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Alberto Stancanelli, con una nota del 5 marzo incaricava Zétema di occuparsi dell’allestimento dell’iniziativa nell’ambito del contratto di servizio in essere con Roma Capitale. Il secondo, precisato in una risposta alla commissione Trasparenza inviata dal Gabinetto stesso del sindaco il 20 marzo scorso che Askanews ha potuto visionare, sull’esercizio “delle proprie discrezionalità” da parte dell’amministrazione “a sostenere, anche nella qualità di organizzatore, riconoscendone l’interesse pubblico generale”, con particolare riferimento ad alcune voci di spesa di spostamenti e altro genere, non meglio precisato nella documentazione a disposizione della Trasparenza. 

RUBERTI IMPECCABILE

A rispondere alle domande dei consiglieri, il capo ufficio del sindaco Gualtieri Albino Ruberti che ha ricordato di aver personalmente organizzato numerosi eventi simili come Zètema “che ho avuto l’onore di presiedere per 21 anni, con cinque sindaci di diversi colori politici e commissari. Mi fa piacere – ha sottolineato – che oggi il presidente Rocca abbia alle sue spalle, tra i tre simboli istituzionali, la bandiera dell’Europa. Nel 2009, sindaco Alemanno, si fece una manifestazione per il 20º anniversario della caduta del muro di Berlino con costo per la collettività di 89ila euro; poi gli Stati generali nel 2010 per oltre 1 milione”. La Capitale, più di recente,,”ha promosso una fiaccolata, con partenza dal Campidoglio per la pace in Ucraina, e similmente un’altra iniziativa per la morte, in Russia, del giornalista Navalnij, cui hanno aderito tanti partiti politici”. Se nel contratto di servizio di Zétema, è indicato all’articolo 4, come sollevato in commissione, come focus per la società il “marketing territoriale”, Ruberti ha replicato che “il marketing territoriale è una delle tante attività, ma è ovvio che l’organizzazione di eventi è tra le funzioni che vengono assegnate all’azienda attaverso specifiche linee guida”. La società, ha ribadito Ruberti “opera nella massima trasparenza, i dati di rendiconto vengono pubblicati nel sito istituzionale della Capitale nella sezione `città trasparente’, e costantemente aggiornati. Saranno completi al termine di legge ma vi posso anticipare che i fondi non sono stati utilizzati per compensi degli ospiti, degli artisti o per ospitalità”. Ruberti si è detto “rattristato” dalle polemiche a mezzo stampa “soprattutto dai toni di cui ciascuno risponde nelle sedi proprie. A conti fatti vedrete che i costi saranno sostanzialmente in linea con quei 270mila euro che sono usciti dalle fonti” e che “gli affidamenti diretti sono stati fatti nel rispetto della legge e delle soglie”. Rispetto alla scelta, come Capitale, di assumersi questo onere, Ruberti ha spiegato che “c’è stato un appello di attenzione ai valori europei da parte di un giornalista, Michele Serra, una persona libera. La valutazione che ha fatto l’amministrazione, è stata di raccoglierlo, stante la stretta collaborazione istituzionale corretta con governo e commissione europea, grazie alla quale siamo realizzando tanti interventi di trasformazione della nostra città. Per questo il sindaco, insieme ad altri 14 sindaci, hanno raccolto l’appello è quella del 15 marzo è diventata un’iniziativa dei sindaci, e in particolare di Roma Capitale in quanto città ospite dell’evento, con l’attenzione e la volontà di evitare colorazioni politiche con la presenza della sola bandiera dell’Europa. Non c’erano i simboli di partito, non c’erano i simboli di organizzazioni sindacali”. 

L’ATTACCO DI VIRGINIA

Nelle repliche l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi ha sottolineato che “la differenza tra uno Stato di diritto uno Stato assoluto è il fatto che nello stato di diritto anche le autorità amministrative sono sottoposte a una rigorosa osservanza di leggi e regolamenti. Il Tuel, agli articoli 181 e seguenti, nel nostro caso, disciplina esattamente quali sono le fasi della spesa pubblica. C’è un presupposto – ha ricordato Raggi – ossia il riconoscimento dell’interesse pubblico, che doveva essere dichiarato almeno con una memoria di Giunta, per poter avviare tutti i procedimenti successivi, a partire dall’impegno di spesa. Il Tuel, come anche tante sentenze del Consiglio di Stato, sentenze e pareri della Corte dei Conti sono tutti univoci nel dire che la spesa relativa a un evento evento che viene qualificato di interesse pubblico deve essere chiaramente motivata, perché l’amministrazione parla per atti. Un comunicato stampa non è un atto: il sindaco non mi pare che abbia la possibilità di firmare impegni di spesa, che passano per la Giunta, un organo esecutivo del tutto esautorato o bypassato. C’è una una carenza di presupposto – ha concluso Raggi-. Qui non stiamo sindacando il merito della manifestazione, ma il metodo: in carenza di un interesse pubblico su una spesa pubblica che, francamente, non appare congrua e neanche legittima”. “Ciò che L’amministrazione non è riuscita a chiarire – ha dichiarato il presidente della commissione Rocca agli esiti della seduta – nonostante quasi due ore di commissione è da quale atto politico, ossia una delibera di giunta o un atto di Consiglio, l’amministrazione ha deciso di ritenere questo evento un evento istituzionale, perché è da lì che muove tutta la contestazione di questo evento”. “Perché Roma Capitale ha inteso questa manifestazione come istituzionale – si chiede Rocca – in assenza in atto di indirizzo politico che anche il sindaco è tenuto a seguire quando impegna soldi pubblici”. Il procedimento, sottolinea Rocca “parte con una nota del capo di Gabinetto, ma manca un atto che giustifichi il perché ha avviato tutto l’iter. Lo dicono a parole – ha aggiunto -, ma senza atti non hanno risposto alla domanda principale dalla quale avremmo potuto comprendere se la spesa era giustificata o meno”. 

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