Superbo, invincibile, alieno: per Jannik Sinner si cercano aggettivi che escano dal solco dell’abusato. E ad ogni sua vittoria l’esercizio si fa più complesso.
Un po’ tutti immaginavano che stavolta sul trono delle Nitto ATP Finals si sarebbe seduto lui, perché il tennis sarà pure lo sport del diavolo, perché le partite devono giocarsi sul campo e non in funzione dei dati statistici precedenti, ma una supremazia così evidente reclamava quantomeno i favori del pronostico. Quel che forse ha stupito ancora è il modo in cui Jannik ha assolto il compito che talento, destino e copione gli avevano perentoriamente assegnato.
Nessuno dei suoi cinque avversari, che poi in realtà son stati quattro perché con Fritz le sfide sono state due, ha mai raggiunto i 5 game in un set. Per trovare un “maestro” quasi capace di tanto bisogna risalire al 1986, quando Ivan Lendl vinse il torneo senza cedere un solo set, ma qualche volta il ceco consentì ai competitori (allora era un Master a 16 giocatori) di conquistare 5 e anche 6 giochi (a Becker in finale Ivan dovette annullare anche un set point).
Una vittoria travolgente, dunque, e un trionfo che è l’ottavo stagionale. Anche in questo caso il dato statistico è sbalorditivo: 8 tornei vinti su 15 disputati. Se consideriamo che a Madrid l’uscita di scena di Sinner derivò dalla rinuncia a disputare i quarti di finale, ne deriva che solo sei volte (su 76 partite) il rosso della Val Pusteria ha conosciuto l’onta della sconfitta. In tre casi è stato Alcaraz a fermarne la marcia, una volta ciascuno Tsitsipas, Rublev e Medvedev. Mai Sinner ha perso in due set: due sconfitte per 2-3 al Roland Garros e a Wimbledon e quattro 1-2 in occasione delle altre partite non vinte.
Sono finiti nella bacheca di Jannik i due major sul cemento, Open Australia e Open Usa, i mille di Miami, Cincinnati e Shangai e i 500 di Halle e Rotterdam, oltre a queste Finals di Torino.
Per apporre la ciliegina sulla torta, dopo la dolorosa rinuncia alle Olimpiadi, Sinner proverà a trascinare anche quest’anno l’Italia alla conquista della Coppa Davis, nelle finali di Malaga, in programma questa settimana.
Con Berrettini, Musetti, Bolelli e Vavassori, convocati dal capitano non giocatore Volandri, Sinner dovrà ribadire come il tricolore sia degno di sventolare sul tetto del mondo anche nella competizione a squadre con più fascino e tradizione. Prima avversaria l’Argentina, e sarà subito battaglia.