“Non mandate via le famiglie ucraine ospitate a Sora e Isola del Liri”. L’appello a più voci arriva dalle comunità locali, dal mondo della scuola dei gruppi di classe e dall’associazionismo. La stessa comunità ucraina ha scritto al Prefetto di Frosinone: lo scopo è quello di “fermare il trasferimento in altre strutture delle famiglie ucraine arrivate dopo lo scoppio della guerra nel nostro territorio”.
Nei giorni scorsi, a Sora, presso l’Istituto comprensivo Sora 2 si è tenuto un incontro sul tema in cui in tanti hanno espresso vicinanza alle famiglie ospitate e disponibilità a sostenere la richiesta.
A promuovere l’appuntamento è stata la preside del Comprensivo, Maddalena Cioci, assieme all’associazione culturale Iniziativa Donne. Nell’occasione è intervenuto anche il presidente del consiglio provinciale Gianluca Quadrini: “Ho parlato con sua Eccellenza il Prefetto subito dopo la conferenza stampa che ha acceso i riflettori sul problema – ha detto l’esponente provinciale – e mi ha assicurato di attenzionare il caso. È una barbara idea quella di spostare questi minori.
Ci auguriamo tutti che la seconda accoglienza, lo step successivo si possa far fare a queste famiglie arrivare dalla guerra in Ucraina a Sora ed Isola del Liri, nella comunità che le ha accolte. Ora servono i fatti per affrontare il problema non solo di Sora, ma è tutto italiano perché questa disposizione, questa normativa, è stata fatta da un burocrate, dietro una scrivania e riguarda anche altre famiglie ucraine che sono anche in Capitale. Bene le iniziative di sensibilizzazione, bene i tavoli tecnici, è necessario scuotere le coscienze. Ho recepito il grido d’allarme e parlerò con le più alte istituzioni”.
Al Prefetto di Frosinone si è rivolta anche la psicologa Morgana Serafini, che ha segnalato: “le implicazioni negative che un ulteriore spostamento procurerebbe ai bambini ucraini, già particolarmente vulnerabili e fragili in considerazione della drammatica esperienza di vita vissuta che in sé porta la guerra, la fuga e l’abbandono. Credo sia necessario riflettere primariamente sulla salute psicologica dei bambini ucraini”.
Enti, associazioni, forze partitiche e rappresentanti politici stanno esprimendo sostegno alle famiglie ucraine, dimostrando vicinanza e spirito collaborativo per porre in essere soluzioni.