La cultura della tutela ambientale da una parte, la necessità di non far disperdere il patrimonio produttivo del territorio dall’altra. Come avesse avanti una bilancia a due piatti, a soppesare la situazione economica e ambientale della Valle del Sacco è stata la presidente di Unindustria Miriam Diurni, che ha voluto portare l’attenzione anche sull’indotto produttivo che insiste in quell’area e sulle difficoltà quotidiane che deve affrontare.
Valle del Sacco, l’interrogazione dell’onorevole Fontana
Lo ha fatto dopo che era stata annunciata la presentazione dell’ennesima interrogazione parlamentare sull’inquinamento del fiume Sacco. A firmarla è stata la deputata frusinate Ilaria Fontana (M5S), ex sottosegretaria alla Transizione ecologica del governo Draghi, che si è rivolta al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo “di approfondire sia la natura dell’inquinamento che le azioni messe in atto per monitorare il corso del fiume come previsto dagli accordi di programma per il Sito di interesse Nazionale”. Il tutto dopo che era stato scoperto, pochi giorni prima, un collettore fognario che scaricherebbe liquami nel fiume e che, secondo le ricostruzioni, sarebbe collegato all’ex industria Videocolor.
Le premesse e le precisazioni della presidente Diurni
Nel riferire di aver appreso dell’iniziativa parlamentare dell’onorevole Fontana, la presidente Diurni ha sottolineato “di apprezzare moltissimo questo approfondimento ed interesse, nella consapevolezza che la salvaguardia di quest’asse fluviale, al centro dell’attenzione anche per essere baricentrico rispetto alla perimetrazione dell’omonimo Sito di interesse Nazionale, possa rappresentare occasione per il rilancio del territorio, caratterizzato dalla presenza di un importante sistema produttivo”.
Diurni ha premesso anche che “Unindustria, come già ampiamente testimoniato nel tempo, continuerà a diffondere tra i propri associati la cultura della salvaguardia ambientale, sottolineando in ogni occasione l’importanza dell’adozione di modelli aziendali orientati alla tutela del patrimonio naturale e ad adoperarsi affinché le aziende siano messe in condizioni di svolgere legittimamente e nel rispetto delle regole le proprie attività”.
Preamboli necessari per evitare qualsiasi fraintendimento sulle posizione dell’associazione di categoria degli industriali ma efficaci controcanti di quelle esigenze che la presidente di Unindustria si è apprestata poi a rappresentare, che a loro volta puntano a tutelare un altro bene, altrettanto prezioso per il territorio: l’attività produttiva.
Valle del Sacco, l’appello a non dimenticare le aziende che producono sul territorio
“Auspichiamo nel contempo – ha detto Diurni -, che pari attenzione da parte degli Enti preposti sia dedicata all’importanza strategica di adeguate infrastrutture di servizio, nonché alla più volte ribadita esigenza di una semplificazione e trasparenza dei procedimenti autorizzativi soprattutto in materia ambientale: è infatti imprescindibile creare i presupposti per consentire ad un sistema industriale di fare tutela facendo sviluppo, e sviluppo facendo tutela, nella consapevolezza che questa sia la chiave per evitare di vedere allontanate alternative di progresso per tutto il comprensorio di riferimento”.
Il caso del depuratore di Anagni: da 30 anni si attende che entri in funzione
Per essere più chiari, la presidente di Unindustria tira fuori un esempio lampante: il depuratore di Anagni che da 30 anni (trent’anni!!!) attende di entrare in funzione. “Va ricordato che, nonostante le segnalazioni avvenute nel tempo, dopo oltre 30 anni non si riesce a far attivare il depuratore di Anagni e che le aziende che si sono insediate in quell’area con la previsione di averlo a disposizione sono state costrette a provvedere autonomamente; a questo si aggiungono ora incertezze riguardo la titolarità e l’inadeguatezza del sistema fognario di quella zona, i cui riflessi potrebbero addirittura mettere in discussione le procedure autorizzative e quindi la continuità operativa per le aziende interessate. Questioni che – conclude la Presidente di Unindustria Frosinone – se non si risolveranno quanto prima, rischieranno sempre più di depauperare il patrimonio produttivo, che a nostro avviso, invece, andrebbe tutelato e valorizzato”.