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Vannacci circonda la Lega. Le divergenze parallele del PD

Massimo Pizzuti
Mercoledì atteso un doppio “battesimo” per l’europarlamentare, che “macina” eventi per far crescere la sua associazione. Mentre il Carroccio arranca, qui e altrove. Lo strano caso del surreale congresso Democrat, impantanato nella palude dei ricorsi.
Febbraio 1, 2025

Perché il generale Roberto Vannacci continua ad organizzare eventi in tutta Italia, peraltro attraverso l’associazione culturale (Noi con Vannacci) che fa riferimento a lui? Per sondare il terreno, per percepire gli umori dei cittadini, per capire quanti amministratori locali potrebbero decidere di passare con lui. Vannacci è un europarlamentare eletto nella Lega e in questa fase non uscirà dal partito. Ma in futuro potrebbe succedere qualunque cosa, perché bisognerà capire le strategie del Carroccio di Matteo Salvini. Il 5 febbraio Vannacci sarà prima a Frosinone e poi a Isola del Liri. Con lui ci saranno l’ex parlamentare Umberto Fusco (un fedelissimo), il vicesindaco di Frosinone Antonio Scaccia, i consiglieri della Lista per Frosinone Francesca Chiappini, Sergio Verrelli e Corrado Renzi. Dicevamo della Lega, che a livello nazionale è ormai stabilmente sia sotto il 10% che alle spalle di Forza Italia. Nel Lazio il partito riesce a “tenere” grazie alla classe pura del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. Ma per il resto è complicato mantenere le posizioni. Anche in Ciociaria, dove il partito sembra avere come “vocazione” esclusivamente quella di contrapporsi a Fratelli d’Italia. Come è successo in occasione del rinnovo della governance della Saf, come sta succedendo nella partita per l’indicazione del prossimo direttore generale dell’Azienda Sanitaria. Oppure relativamente alle strategie per le prossime amministrative, al Comune di Ceccano in particolare. Forse però il deputato Nicola Ottaviani, l’assessore regionale Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese dovrebbero riflettere sul fatto che, fuori dalla coalizione e con una percentuale al di sotto del 10%, non è che si possa andare chissà dove. A meno che la massima aspirazione non sia diventata quella di cercare di far perdere gli alleati. Tornando alla visita del generale Roberto Vannacci, riflettori accesi su… presenti e curiosi. Sia a Frosinone che ad Isola del Liri. Si annunciano sorprese.

L’IRRAZIONALITA’ POLITICA DEL PD

Nel Partito Democratico è davvero complicato cercare di capire sia cosa sta succedendo sia dove si vuole arrivare. La stagione congressuale è drammaticamente inchiodata sulla vicenda dei ricorsi, delle controdeduzioni, delle questioni sollevate in punta di diritto. L’impressione è che perfino due politici del calibro del segretario e consigliere regionale Daniele Leodori e del deputato Claudio Mancini non abbiano molta voglia di togliere le castagne dal fuoco ai big locali. I quali restano divisi e contrapposti, come se non ci fosse un domani. Francesco De Angelis e Mauro Buschini (AreaDem) non ci pensano neppure a sedersi attorno allo stesso tavolo con Sara Battisti ed Enrico Pittiglio (Rete Democratica), dopo aver condiviso tutto negli ultimi anni. Nazzareno Pilozzi (Parte da Noi) e Antonio Pompeo (Base Riformista) mai cercherebbero di provare a confrontarsi. I candidati alla segreteria provinciale Achille Migliorelli e Luca Fantini porteranno ad una variazione sul tema rispetto alla celebre locuzione delle “convergenze parallele”. Per loro sarà coniata la frase delle “divergenze parallele”. Eppure il Partito Democratico avrebbe bisogno di unità ad ogni livello. Tra i casi più emblematici c’è Frosinone. Dove la maggioranza di centrodestra è in crisi da mesi e dove il centrosinistra ha rimediato tre sconfitte consecutive. Da anni i tre consiglieri comunali, Angelo Pizzutelli, Fabrizio Cristofari e Norberto Venturi, chiedono una maggiore considerazione al partito. Mai una risposta vera. La conseguenza è visibile ora: il Pd non ha la forza politica per rappresentare il fulcro di una coalizione alternativa quando si andrà alle elezioni. Il Partito Socialista di Gian Franco Schietroma lo ha capito talmente bene che non soltanto si è smarcato, ma sta procedendo per costruire un’alleanza alternativa. Sia al centrodestra che ai Democrat. Per non parlare di Ceccano, dove trovare una sintesi tra Andrea Querqui, Emanuela Piroli e tutta l’area che si riconosce nelle posizioni di Maurizio Cerroni sarà molto più che impegnativo. Quasi ai confini con l’impossibile.

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