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Villa Santa Lucia, sigilli al depuratore della Reno de Medici, denunciati in quattro. I sindacati temono per la sorte di circa 200 lavoratori

Cesidio Vano
Luglio 27, 2023

La Procura della Repubblica di Cassino ha chiesto e ottenuto il sequestro del depuratore a servizio della cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia. L’ipotesi d’accusa è quella di inquinamento ambientale. Quattro persone sono indagate. I sindacati lanciano l’allarme: “Così 180 lavoratori finiranno in cassa integrazione e 100 dell’indotto rischiano di perdere il posto di lavoro”.

La vicenda

Il provvedimento è scattato a seguito delle indagini svolte dai carabinieri forestali. Già nel 2022, la cartiera aveva subito uno stop forzato, durato 5 mesi, a seguito dell’inchiesta, sempre per inquinamento, che aveva coinvolto in quel caso l’impianto di depurazione consortile ex Cosilam, gestito dalla società AeA, che riceve i reflui rilasciati dalla Reno de Medici. L’azienda di gestione dell’impianto aveva però sempre sostenuto che gli elevati valori riscontrati nel depuratore consortile dipendessero dal mancato trattamento che la cartiera faceva con il suo impianto – quello sequestrato ora – dei propri reflui, prima di immetterli nel sistema fognario del consorzio. Gli accertamenti svolti dagli uomini del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) parrebbero ora avvalorare quella tesi.

Gli stessi carabinieri forestali, infatti, nel ricostruire la vicenda, evidenziano come: “dagli accertamenti svolti è emerso che la società sversava i reflui derivanti dall’attività produttiva, non adeguatamente depurati, presso la rete fognaria gestita da un consorzio pubblico, violando i limiti imposti per lo scarico”. 

La nota dei Carabinieri Forestali

A seguito delle indagini dette, il Gip del tribunale di Cassino, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro dell’impianto di depurazione a servizio della cartiera Reno de Medici di Villa Santa Lucia. Il reato contestato è d’inquinamento ex art. 452 bis del codice penale. Il decreto di sequestro è stato eseguito dai militari del N.I.P.A.A.F. del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone.

“I fatti contestati – spiega una nota dei carabinieri – risalgono al 2020 – 2022 e riguardano la società che gestisce il depuratore a servizio della propria attività produttiva. In particolare dagli accertamenti svolti è emerso che la società sversava i reflui derivanti dall’attività produttiva, non adeguatamente depurati, presso la rete fognaria gestita da un consorzio pubblico, violando i limiti imposti per lo scarico. I reflui così immessi confluivano presso il depuratore consortile e, poi, nel fiume Rio Pioppeto, deteriorando significativamente la qualità delle acque. 

Si ipotizza anche che gli stessi fanghi, che derivavano dalla depurazione dei propri reflui, venissero scaricati dalla società direttamente nella rete fognaria consortile.

La conseguenza è che sul Rio Pioppeto erano spesso presenti schiume e melme, fenomeno alcune volte accompagnato da forti odori, creando notevoli disagi alla popolazione residente”. 

Il Consulente Tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Cassino ha relazionato in merito allo stato del depuratore della società: alcune parti della struttura erano ammalorate e in pessimo stato di conservazione; le tubazioni idrauliche erano in avanzato stato di ossidazione; alcune apparecchiature erano dismesse o fuori servizio; altre apparecchiature presentavano copiose perdite di liquami e oli etc.

Il Consulente ha relazionato in merito agli interventi da effettuare sul depuratore per renderlo conforme alla normativa ambientale. Sono stati denunciati quattro responsabili della società per il reato di inquinamento ambientale ex art. 452 bis c.p. nonché di smaltimento illecito di rifiuti ex art. 256 comma 1 D.Lgs. 152 del 2006 (Codice dell’Ambiente).

La preoccupazione dei sindacati

Per le segreterie territoriali di SLC Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil verso la Reno de Medici si starebbe consumando un vero e proprio ‘accanimento’. Il sequestro del depuratore è stato operato proprio nel giorno in cui era previsto un incontro tra i sindacati insieme alle Rsu aziendali e la direzione dello stabilimento. All’ordine del giorno c’era l’illustrazione dell’andamento sugli impianti e la fermata estiva. 

“Con grande stupore – scrivono le sigle sindacali in una nota – siamo venuti a conoscenza che l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro dell’impianto di depurazione della Reno de Medici. Ma lo stupore è diventato sconcerto dopo aver ascoltato i motivi, nonostante il programma di investimenti già oggetto di un confronto positivo con le autorità competenti ed in gran parte già realizzati sull’impianto di depurazione della Reno.  

Ancor di più – aggiungono – non si comprende come sia possibile sequestrare un impianto manutenuto e performante, mentre nulla si sa sull’impianto a valle della Reno de Medici, tranne il fatto che colpevolmente nessuna manutenzione è stata eseguita dalla sua messa in funzione e sino all’estate 2022 dai vari soggetti responsabili del suo funzionamento. 

La preoccupazione principale della delegazione sindacale è che questo provvedimento cade in un momento di grande difficoltà dell’intero settore, che si aggiunge ad un fermo forzato di 5 mesi del 2022 e non da ultimo ad una ripresa lenta e faticosa nel 2023. 

Nonostante la Reno de Medici stesse faticosamente recuperando il gap creatosi con il fermo subito nel 2022 a causa delle note vicissitudini che hanno coinvolto il depuratore consortile ex Cosilam, oggi gestito da AeA, si vedrà adesso costretta a collocare, da subito, tutto il personale dello stabilimento in Cigs (circa 180 lavoratori interni) con conseguenti ricadute occupazionali anche sui circa altri 100 lavoratori delle varie ditte esterne che operano all’interno della cartiera”. 

“Per lo stabilimento significherà la chiusura totale con tutte le conseguenze economiche e sociali in un tessuto territoriale già fortemente provato da un elevato tasso di disoccupazione. 

Le sigle non comprendono questo esclusivo  accanimento nei confronti di un’azienda che ha dimostrato disponibilità in termini di investimenti, risorse, collaborazione e tutela dei posti di lavoro, a discapito dei risultati aziendali. Ed infine ci piace ricordare come la Reno de Medici, nonostante le difficoltà, sia sensibilmente coinvolta in tematiche ambientali come il riciclo della carta, il recupero dei gas ed il circuito chiuso del ciclo delle acque”. 

La nota della Reno De Medici

In relazione al sequestro degli impianti Reno De Medici di Villa Santa Lucia (Cassino) avvenuto questa mattina da parte dei Carabinieri del Comando di Frosinone, RDM Group sottolinea di aver da subito collaborato con le autorità competenti. L’azienda è certa di aver agito nel rispetto della legge nell’ottica di garantire sempre massimi standard ambientali. Reno De Medici ribadisce la sua piena fiducia nell’operato della Magistratura e assicura totale disponibilità e massima collaborazione per fornire agli inquirenti tutti gli elementi utili per una chiara e veloce risoluzione della vicenda.

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