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Vivarini, atto primo: lavoro, idee chiare e tanta voglia di cominciare

Roberto Mercaldo
Il direttore Angelozzi ha presentato alla stampa il nuovo tecnico del Frosinone, proveniente dal Catanzaro
Luglio 2, 2024

Ai taccuini dei cronisti i “motori” del progetto tecnico Frosinone 2024-25. Il direttore Guido Angelozzi a Frosinone è già un’istituzione, non tanto per la lunghezza della militanza, ma per la personalità, l’autorevolezza e l’indubbia capacità esibite.
Vincenzo Vivarini è invece una novità assoluta, è il tecnico sul quale il Frosinone e Guido Angelozzi hanno riposto fiducia per proseguire un certo tipo di discorso. Quale? Quello del bel gioco, del calcio propositivo ed entusiasta, con i giovani al centro del progetto. Grosso e Di Francesco, i predecessori, hanno svolto il lavoro con grande professionalità ma con esiti differenti: il trionfo cadetto dell’eroe dei mondiali 2006 e la caduta beffarda del trainer abruzzese sono due facce di una stessa medaglia. Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Angelozzi lo ha detto a chiare note: anche la scorsa stagione ha rappresentato una pagina di storia importante, perché il Frosinone si è guadagnato copertine di giornali sportivi di tutta Europa ed ha fatto parlare di sé per il calcio coraggioso e spettacolare di cui si è reso protagonista. L’epilogo poco fortunato è in massima parte ascrivibile a un destino avverso, perché scendere con 35 punti non è frequente e poi per una sconfitta immeritata combinata con un gol al 93′ dell’avversaria su un altro campo, ancor meno. Resta il buono, pertanto. E allora, coerentemente, un sentito grazie a Di Francesco e un in bocca al lupo per la sua nuova avventura, ma fari puntati su Vincenzo Vivarini, che nel Catanzaro ha fatto benissimo, guadagnandosi all’unanimità il titolo platonico ma non certo trascurabile di squadra dal calcio più bello.
E allora, attraverso il lavoro, concetto ripetuto come un mantra dal nuovo tecnico giallazzurro, si dovranno creare le giuste premesse per far bene anche a Frosinone e per dare ancora dei giallazzurri quell’immagine di squadra spigliata e briosa, capace di imporre la propria idea di calcio all’avversaria, quale che ne sia il valore.
Con quali interpreti? Su questo il direttore Angelozzi non è stato prodigo di particolari, anche perché l’accordo con il tecnico è ufficiale solo da ieri e la campagna acquisti non potrà non tener conto delle indicazioni del trainer di Ari.
Il punto fermo è che la rosa dei giocatori attualmente di proprietà del Frosinone Calcio è già sufficientemente competitiva. Ai cronisti il direttore ha detto che attualmente anche Brescianini e Mazzitelli, i giocatori che hanno più richieste da parte di club abbastanza importanti, sono da considerarsi incedibili. E sul discusso Peppino Caso, pare che la “palla” sia stata passata a Vivarini. Se il nuovo tecnico lo riterrà utile al suo progetto, Caso, al pari di tutti gli altri giocatori legati da contratto al Frosinone, potrà fornire il suo contributo. Staremo a vedere. L’idea che si staglia, alla luce di quanto hanno dichiarato Angelozzi e Vivarini, è quella di valorizzare adeguatamente il gruppo già esistente, con innesti mirati, utili a dare veste concreta alle idee di gioco del nuovo tecnico. Ed è ufficiale il riscatto di Kvernadze, già avvenuto e in qualche modo da considerare il primo acquisto di questa stagione. Tra i giocatori di ritorno dai prestiti, Sziminski e Canotto partiranno per il ritiro ma sono destinati ad accasarsi altrove perché è stato già anticipato che i loro profili non rientrano tra quelli che possono interessare il Frosinone che verrà.


Sui nomi dei possibili rinforzi, Ambrosino, citato espressamente dai cronisti, rientra in quella lista di giocatori interessanti che ovviamente comprende anche tanti altri profili.
Sul modulo che andrà ad adottare, Vivarini ha prospettato grosso modo una fase di non possesso analoga a quella della scorsa stagione, magari con maggiore aggressività, sottolineando altresì che comandare il gioco in B può essere meno arduo rispetto a quanto avveniva nel massimo campionato. Vivarini non si ispira ad un modulo fisso e chiede giocatori duttili che sappiano interpretare con eguale padronanza più moduli. Caratteristica di base però deve essere la qualità. Per trattar bene la palla, per perdere la sfera meno volte possibile, un elemento imprenscindibile è la qualità.
Tanta voglia di guadagnarsi sul campo quella serie A che avrebbe potuto in verità già ottenere dicendo sì a proposte di lavoro diverse da quella del Frosinone. Il tecnico di Ari è però abituato a guadagnarsi sul campo vittorie e… categorie e così proverà ad abbinare la sua voglia di vincere a quella di una squadra che ha tanta voglia di riscatto.
I pericoli dopo una retrocessione sono quelli paventati dal presidente Stirpe nella sua conferenza di pochi giorni fa: guai a farsi prendere dallo scoramento, come è accaduto ad altri club importanti almeno quanto il Frosinone. E allora Vivarini, nei colloqui con i giocatori che inizieranno ancor prima del ritiro, vorrà soprattutto scacciare questa paura. I ragazzi dovranno resettare e riguadagnare l’entusiasmo primigenio, perché la bocciatura dello scorso anno ha tante di quelle attenuanti da somigliare a una sostanziale promozione. Vivarini ama i calciatori di qualità, non ha particolari scaramanzie, ma abitudini lavorative sì. Viene per realizzare un sogno, perché ogni uomo che si ritenga tale deve averne uno, non necessariamente nel cassetto, magari nel cuore.
E a proposito di cuore, Piero Doronzo ha illustrato le linee guida della campagna abbonamenti, che vorrà andare incontro alle esigenze dei tifosi, che tanto amore hanno dimostrato e continuano a dimostrare verso questa squadra.
Potrà il Frosinone colmare il gap che ancora accusa da altri club, assidui frequentatori dei massimi palsoscenici calcistici nazionali? Il direttore Angelozzi ritiene sia un’impresa titanica, ma prende con soddisfazione i progressi compiuti in questi anni e intanto si contenta di aver ridotto il gap. La squadra di una cittadina di meno di 50mila abitanti avrà comunque l’onore e l’onere di partire tra le compagini più ambiziose del torneo cadetto. Può sembrare normale e persino riduttivo, ma non lo è. E’ un piccolo miracolo calcistico. Il progetto che prevedeva la promozione in 3 anni fu talmente centrato che la promozione arrivò in anticipo. E adesso? Quali gli obiettivi? Il bel gioco, la competitività e il desiderio di poter battere qualunque avversario. Il risultato poi ce lo darà il campo, sperando non si mostri dispettoso come un mese fa.

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