Indiscutibilmente constatato che l’Apocalisse ambientale, causa guerra in Ucraina e riscaldamento globale, è ormai dietro l’angolo. Incontrovertibilmente assodato che, nella sua “visio”, Greta Thumberg-San Paolo ha già individuato la schiera dei reprobi destinati ad essere arrostiti nel suo fiume di fuoco (per esempio voi che vi ostinate a scorrazzare con un’auto Euro 0 o a usare la stufa a carbone). Indefettibilmente appurato che, con buona pace di Antonino Zichichi e Carlo Rubbia, i due “eretici” che si ostinano a negare l’origine antropica del surriscaldamento globale, l’Anticristo dalle sette teste e dieci corna, assumerà le sembianze dello scioglimento della calotta glaciale antartica.
Tutto ciò considerato, sarebbe il caso che tutti voi che leggete queste righe contribuiste alla lotta contro il riscaldamento globale adottando comportamenti virtuosi. Anche quando siete al letto con vostra moglie, o con l’amante, o con chi vi pare a voi. Come? Assumendo un atteggiamento sessuale eco-friendly, of course.
A tal proposito, potreste adottare come utile vademecum un recente articolo apparso sulla Bbc a firma della scienziata nigeriana Adenike Akinsemolu. In esso articolo, la cervellona non si limita a caldeggiare gli stranoti provvedimenti che si muovono a tutela dell’ambiente (l’uso di monopattini, di auto e biciclette elettriche, la realizzazione di abitazioni ecologicamente efficienti eccetera) ma arriva a varcare le soglie delle case, fino a penetrare nella camera da letto dove, secondo lei, per perseguire seriamente l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi, dovremmo adottare comportamenti sessualmente ecologici.
E quali sarebbero questi comportamenti? Per prima cosa sarebbe il caso di utilizzare “preservativi che abbiano un impatto minore sul pianeta”. Secondo Akinsemolu, che cita le ultime stime effettuate dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, “sono più di 10 miliardi gli anticoncezionali maschili in lattice sintetico prodotti ogni anno. Di questi, la maggior parte finisce dritta nelle discariche perché impossibili da riciclare”.
Ah ecco. E l’alternativa al vecchio, caro “cappuccio” quale sarebbe?
“Il condom di pelle d’agnello, al momento l’unica opzione totalmente biodegradabile” risponde la genia nigeriana.
Ora, a parte il fatto che siffatti profilattici si sono dimostrati ben poco efficaci nella prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, viene da chiedersi: quante decine di milioni di piccoli di pecora dovremmo sacrificare sull’altare di un, che so, coitus a tergo more ferarum o di tecniche di allineamento coitale?
La scenziata ha una risposta anche a questo. Se non volete usare quelli ricavati dal bovide, usate preservativi organici e vegani. E qui non si considera minimamente l’eventualità, una volta infilato il guanto, di ritrovarsi la catapulta perpetua (copyright Gabriele d’Annunzio) imbrattata di caucciù. Voi direte: scivola meglio? Può darsi.
Akinsemolu scaglia il suo anatema eco-friendly anche sui sex toys. Quelli realizzati in plastica, per le medesime ragioni dei preservativi in lattice, sarebbero da eliminare, lasciando spazio a varianti in vetro. O, ancora meglio, a modelli ricaricabili e alimentati ad energia solare. E il rischio che i primi possano infrangersi una volta introdotti nell’orifizio prescelto non lo vogliamo considerare? E nel secondo caso, non si corre l’alea di non trombare quando fuori piove?
Sarebbe anche il caso che anche la lingerie muliebre indossata per accendere un convengo amoroso fosse realizzata con materiali ecologici, avverte l’eco-Torquemada. Cioè? Mutandine in semi di soia, forse? Reggicalze in fibra di bamboo? Reggiseni in zucchero di mais? Non ho finito. Chi ha a cuore l’ambiente dovrebbe «evitare il sesso sotto la doccia» per non sprecare acqua. Traduzione: accontentatevi della scontatissima posizione del missionario. Con quella si spreca solo sudore.
Ma il pensiero ecologicamente corretto dello scienziato nigeriano raggiunge lil climax del ridicolo quando sostiene che il sesso “più sostenibile per le persone e per il pianeta a lungo termine» è quello che non porta a concepire nuove vite.
“Secondo uno studio del 2017 non avere un figlio fa risparmiare circa 58,6 tonnellate di C02 all’anno – assicura -: una cifra notevole, se si considera che vivere senza auto ne fa risparmiare circa 2,3 tonnellate”. E quante grasse risate risparmieremmo se su questa malandata terra non vaneggiassero personaggi come Adenike Akinsemolu?